Abstract
Le pratiche partecipative non sono mai state estranee agli enti locali; tuttavia, negli ultimi due decenni si assiste a un proliferare di esperienze differenti per una serie di ragioni ma tutte accomunate dall’intento di ricomporre la distanza che separa le istituzioni dai cittadini. Luca Corchia pone una stretta relazione tra il nuovo interesse verso la partecipazione e l’evoluzione dei compiti degli enti locali. Il cambiamento del sistema amministrativo in direzione dell’autonomia, la modifica delle leggi elettorali in senso maggioritario e altri fattori culturali, quali il revival di tematiche territoriali, l’avvento della società della comunicazione, etc., sono fattori che hanno accresciuto notevolmente l’importanza politica degli enti locali; nonostante la mancata attuazione del cosiddetto “federalismo fiscale” li costringa ancora alla ricerca affannosa di risorse. Si tratta di una trasformazione che la pubblica amministrazione ha dovuto compiere anche per la crisi di rappresentanza, e di mediazione sociale che affligge, da tempo, il sistema dei partiti. I processi di partecipazione civica rappresentano una risposta possibile alle loro difficoltà nel gestire direttamente il dissenso ed accrescere il consenso al ceto politico. Resta da capire se favoriscono o meno una maggiore inclusione dei cittadini nei processi decisionali sugli affari pubblici.