Abstract
Il saggio affronta alcune contraddizioni in cui si trova il complesso mondo delle organizzazioni di volontariato italiane, alle prese con pressioni funzionali che ne modellano la struttura a somiglianza delle organizzazioni politiche e ne orientano l’operato in chiave imprenditoriale. In particolare, l’analisi empirica della realtà toscana fa emergere una ridefinizione della mission solidaristica che rende problematico il contributo delle associazioni di volontariato alla costruzione della “coesione sociale”. I dati sulla “propensione al networking” sembrano confermare il prevalere di dinamiche di frammentazione, specializzazione e dipendenza dalle pubbliche amministrazioni che impediscono allo “spirito della reticolarità” di condensarsi in “capitale sociale”.