Quaestio 7 (1):505-533 (
2007)
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Abstract
In "La science et l’hypothèse" Henri Poincaré scrive: «Compito dello scienziato è ordinare; si fa la scienza con i fatti, come si fa una casa con le pietre; ma un cumulo di fatti non è una scienza, proprio come un mucchio di pietre non è una casa» . Oltre a richiamare qualcosa che a molti potrebbe persino apparire ovvio – cioè che la scienza non possa in alcun modo ridursi ad un mero agglomerato di fatti che il ricercatore registra in ambito osservativo, ma richieda piuttosto un attento processo di elaborazione razionale sia in fase preventiva rispetto al contesto dell’esperienza, sia in fase di valutazione dei dati sperimentali raccolti – questa affermazione ha il merito di ricordarci qualcosa che spesso viene passato sotto silenzio, vale a dire il fatto che durante il nostro tentativo di comprendere il mondo si dia alla conoscenza una materia, un complesso di "oggetti", tale da risultare determinante nella costruzione e nella formulazione delle nostre teorie. Se questo è vero, si può quindi parlare di una materia, e di una forma da essa distinta, della conoscenza scientifica, sebbene con alcune precisazioni. Nel contributo si preciserà questa distinzione facendo riferimento alle assiomatizzazioni di alcune discipline scientifiche condotte nella prima metà del secolo scorso.