Lecce: Libellula (
2019)
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Abstract
L’indagine sugli anni giovanili di Benedetto Spinoza, filosofo poco compreso nel tempo in cui visse e colpito dalla scomunica della comunità ebraica nel 1656, a 24 anni, rivela una personalità già straordinariamente autonoma ed una forte indipendenza di pensiero. Dotato di una immensa cultura, comprensiva di molteplici riferimenti e tradizioni, Spinoza scopre e si avvicina anche alla filosofia di Cartesio, che lo affascina per la sua chiarezza logico-matematica ed il rigore che la caratterizza. La prima opera in cui egli si cimenta si chiama, proprio, Principi di filosofia cartesiana, una lettura, migliorata in chiave di ricostruttivismo logico, del testo cartesiano.
In questo documentatissimo e agile libro si ripercorre la fase giovanile della vita del filosofo olandese: l’ambiente religioso, gli studi, l’intraprendenza commerciale dell’Olanda del Seicento, il desiderio di solitudine per compiere le sue ricerche, l’aspirazione ad una vita tranquilla e l’amore per la verità, ma anche le frequentazioni con le sette religiose del suo tempo e la fitta rete di contatti e corrispondenze che Spinoza intrattenne con diversi intellettuali europei, fino all’offerta di una cattedra universitaria che gli arriva nel 1673, dieci anni dopo la pubblicazione dei Principi, grazie ad una traduzione fattane da Pieter Balling. Il successivo distacco da Cartesio porterà Spinoza ad elaborare un proprio originale sistema e gli consentirà di sviluppare l’idea del Deus sive Natura.