Abstract
Il presente contributo muove dalle osservazioni sul linguaggio che Nietzsche svolge in Umano, troppo umano, I, § 11, con lo scopo di riflettere sulla posizione anti-realista che Nietzsche sostiene in quell’aforisma e di evidenziare il ruolo che essa svolge nelle sue più tarde considerazioni relative alla cultura occidentale e alla sua antropologia.
Come si avrà modo di mostrare, la critica nietzscheana al realismo del senso comune è in linea con alcune epistemologie pragmatiste sorte tra Otto- e Novecento. Questo elemento di “attualità” non mina però l’originalità della riflessione di Nietzsche su quell’argomento. Piuttosto, è possibile sostenere che l’idea che il pensiero filosofico intervenga in una correzione dell’impegno metafisico proprio del senso comune sia lo strumento teoretico che permette a Nietzsche di operare sullo sviluppo della cultura e società europee.