Abstract
Questo articolo si confronta con la seguente domanda: possono le menti degli altri animali essere oggetti legittimi di apprezzamento estetico? Nel rispondere, sostengo (a) che la mente di altre specie animali è qualcosa che possiamo effettivamente apprezzare; (b) che oggetto dell’apprezzamento in questi casi è duplice: da un lato, apprezziamo l’idoneità alla funzione (fitness for function), le peculiarità, le differenze e le sottigliezze del funzionamento delle altre menti e, dall’altro, apprezziamo l’attività immaginativa attraverso la quale cerchiamo di metterci nella prospettiva dell’altro animale; e (c) che, come conseguenza di (b), la natura del nostro apprezzamento è anch’essa duplice: da un lato, è un’esperienza delle qualità estetiche che emergono da ciò che sappiamo sul funzionamento delle altre menti e, dall’altro, traiamo piacere dallo sforzo immaginativo in cui ci impegniamo nel cercare di metterci nella prospettiva dell’altro animale.