La disputa fra Federigo Enriques e i neoidealisti italiani: una disfatta dell’Enriques? (The dispute between Federigo Enriques and the Italian neo-idealists: a defeat for Enriques?)

Science and Philosophy 12 (1) (2024)
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Abstract

The controversy that between 1908 and 1912 saw Benedetto Croce and Giovanni Gentile opposed, on one side, and Federigo Enriques, on the other, did not actually have a conclusive episode, but its end was perceived, for its results on culture, on society and teaching in Italy, as a "defeat" of Enriques. A more careful examination of the events and of the historical context in which it took place seems, however, to clearly demonstrate that we can speak not of a personal defeat of the great mathematician from Livorno, but rather of a defeat of the commendable attempts at cultural and social modernization of Italy in an international perspective, of which Enriques was not the only actor but certainly the most exposed. Such intentions were crushed by the myopic provincial conservatism of the Italian neo-idealism, favored by the fascist regime, concerned only with affirming in the world an alleged autarkic national cultural superiority, based on the traditional literary-humanistic culture, ignoring the progress of the new technical-scientific thought, placed in an international context. Sunto_ La polemica che dal 1908 al 1912 vide contrapposti da una parte Benedetto Croce e Giovanni Gentile e dall’altra Federigo Enriques non ebbe, in realtà, un episodio conclusivo, ma la sua fine è stata percepita, per i suoi esiti sulla cultura, sulla società e sull’insegnamento in Italia, come una “sconfitta” dell’Enriques. Un esame più attento delle vicende e del contesto storico nel quale si svolse sembra, invece, dimostrare chiaramente di poter parlare non di una sconfitta personale del grande matematico livornese, quanto piuttosto di una sconfitta dei lodevoli tentativi di ammodernamento culturale e sociale dell’Italia in una prospettiva internazionale, di cui Enriques non fu l’unico attore ma sicuramente quello più esposto. Tali propositi furono schiacciati dal miope conservatorismo provinciale del neoidealismo italiano, favorito dal regime fascista, preoccupato unicamente di affermare nel mondo una pretesa superiorità culturale nazionale autarchica, basata sulla tradizionale cultura letterario-umanistica, ignorando il progresso del nuovo pensiero tecnico-scientifico, per sua natura, invece, inserito in un contesto internazionale.

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2024-07-25

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