Food Law

While seeking novel food sources to feed the increasing population of the globe, several alternatives have been discussed, including algae, fungi or in vitro meat. The increasingly propagated usage of farmed insects for human nutrition raises issues regarding food safety, consumer information and animal protection. In line with law, insects like any other animals must not be reared or manipulated in a way that inflicts unnecessary pain, distress or harm on them. Currently, there is a great need for research in (...) the area of insect welfare, especially regarding species-specific needs, health, farming systems and humane methods of killing. Recent results from neurophysiological, neuroanatomical and behavioral sciences prompt caution when denying consciousness and therefore the likelihood of presence of pain and suffering or something closely related to it to insects. From an animal protection point of view, these issues should be satisfyingly solved before propagating and establishing intensive husbandry systems for insects as a new type of mini-livestock factory farming. (shrink)

Religious dietary practices foster a sense of communal identity, certainly, but traditionally they are also regarded as pleasing to God (or the gods, or the ancestors) and spiritually beneficial. In other words, for many religious people, the effects of fasting go well beyond what is immediately observed or empirically measurable, and that is a large part of what motivates participation in the practice. The goal of this chapter is to develop that religious way of thinking into a response to a (...) motivational problem that arises from our awareness of the insensitivity of contemporary food supply chains. If someone can have faith, or at least tenacious hope, that the significance of her food choices goes well beyond what is immediately observed or empirically measurable, then she may be less demoralized by the apparent inefficacy of those choices. The chapter concludes by considering a way in which this broadly religious way of thinking might be available to secular people as well. (shrink)

È una credenza diffusa che i marchi di origine (DOCG, DOC, DOP, IGT, IGP e PAT, rispettivamente: di origine controllata e garantita; di origine controllata; di origine protetta; indicazione geografica tipica; indicazione geografica protetta; prodotti agroalimentari tradizionali) siano di grande utilità sia per i consumatori che per i produttori: certificando l’origine e il metodo di produzione di un prodotto, essi ne garantiscono una certa qualità di fronte al consumatore. Ma è proprio così? Che cosa giustifica l’introduzione di un marchio di (...) origine? Quanto sostengo qui di seguito è che, sebbene non credo si possa negare che i marchi di origine segnalino anche una certa qualità di un prodotto, forse non sono il modo migliore per farlo. Di fatto, per il consumatore, i marchi non garantiscono niente che vada oltre alla qualità richiesta affinché la certificazione venga rilasciata; ma, al contempo, in quanto forme di protezionismo, favoriscono certi produttori, prevenendo l’utilizzo della denominazione a chi offre un prodotto di qualità analoga o superiore, ma provienente da una zona priva di tradizioni. In altre parole: se vi sono prodotti equiparabili per qualità e gusto ad un dato prodotto di origine, e possibilmente più economicamente vantaggiosi, il consumatore non avrà modo di accorgersene dalla sola nomenclatura. Quindi: i marchi di origine sono (talvolta) un ostacolo all’acquisto e al godimento dei prodotti migliori al miglior prezzo. Talvolta: questo deve essere ben sottolineato, poiché in certi casi (per esempio quello dei PAT) il prodotto certificato dal marchio ha un mercato talmente di nicchia da costituire un tuttuno tra qualità e origine. (Si potrebbe aggiungere che le certificazioni dei marchi non sono sempre ottenute attraverso procedure affidabili. Non insisterò oltre su questo punto, per il quale si rimanda a: Paolo Conti, La leggenda del buon cibo italiano e altri miti alimentari contemporanei, Fazi Editore, 2006; Peter Singer e Jim Mason: The Way We Eat.. (shrink)