Genova: ECIG (
2010)
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Abstract
Al centro della riflessione della filosofia e delle scienze sociali, il concetto di cultura ha assunto uno spettro di significati difficilmente riassumibile in una definizione che non sia multidimensionale. Numerose sono le province di significato in cui tale concetto ricorre riflessivamente portando in primo piano ordini di realtà e punti di vista analitici differenziati. Oltre all’identità multiforme le analisi della cultura presentano sul piano storico un contesto di genesi prettamente moderno la cui rilevanza è crescente. Accanto alla coltivazione dello “spirito”, come erudizione e raffinatezza personale, saranno le scienze storiche e l’antropologia, tra l’inizio e la fine dell’‘800, a dischiudere la nuova conoscenza verso quella “tela di ragno” di rappresentazioni, costumi e disposizioni di cui gli esseri umani sono, al contempo, artefici e prodotto.
Il presente volume sistematizza le complesse riflessioni di Jürgen Habermas sulle forme di sapere “implicite” ed “esplicite” alla base dei processi di comprensione e di apprendimento: il linguaggio simbolico e grammaticale, il senso comune, le immagini del mondo (la mitologia, le religioni e la metafisica), le sfere di valore specialistiche (le scienze e le tecniche, le morali e il diritto, l’estetica e le arti), i loro prodotti e le procedure, ma anche le competenze cognitive, sociali ed espressive necessarie per “maneggiare” tali argomenti. Si tratta di una ricostruzione che, all’interno di un “programma di ricerca” che Habermas recupera dai classici del pensiero sociologico, lascia emergere la riproduzione culturale come una sfera analiticamente distinta della società ma interdipendente con i processi di integrazione sociale e di socializzazione.