Abstract
Molti esperti concordano sul fatto che la pandemia di Covid-19 sia l'occasione giusta per iniziare a tassare l’anidride carbonica, ora che la domanda e quindi anche il prezzo dei combustibili fossili sono scesi. Tuttavia, la carbon tax continua ad essere vista con sospetto, soprattutto tra i progressisti, che temono che questa misura abbia effetti regressivi. Allo stesso tempo, i sostenitori di una carbon tax a entrate positive, che finanzi investimenti in progetti ecologici, rischiano di allarmare eccessivamente l’elettorato conservatore. In questo articolo, sostengo dunque che una carbon tax neutra dal punto di vista delle entrate e che miri a ridurre il cuneo fiscale può combinare gli obiettivi redistributivi della sinistra europea, la lotta contro il cambiamento climatico e un’ampia accettabilità sociale. Tuttavia, il modo in cui la carbon tax viene proposta deve essere invertito: non più “mitigare il cambiamento climatico e così facendo raggiungere anche un secondo obiettivo sociale (in questo caso l'aumento del reddito salariale)”, ma “raggiungere un certo obiettivo sociale attraverso la tassazione dell’anidride carbonica”