Abstract
Il lavoro analizza la tempestiva ricezione da parte di Cornelio Fabro della filosofia di Carl Stumpf, così come esposta nella postuma Erkenntnislehre. Fin dai lavori dei primi anni Quaranta Fabro adotta una concezione della ‘fenomenologia’ distante da quella di Husserl perché ricalcata sulla definizione stumpfiana. Più in generale, Fabro si ispira a Stumpf ancor più che allo stesso Brentano. A partire dalla distinzione tra ‘fenomeni' e ‘funzioni psichiche’ Stumpf è infatti capace di proseguire il rilancio dell’aristotelismo con coerenza ancor maggiore del maestro, all’insegna di un pieno riconoscimento del significato conoscitivo della percezione contro gli tipici di eccessi di ogni forma di intellettualismo.