Abstract
Se la tradizione continentale, da Nietzsche a Foucault, ha sottolineato le implicazioni critiche e destabilizzanti del metodo genealogico, gli approcci analitici hanno dimostrato che esso può anche offrire sostegno ai propri oggetti di indagine: norme comportamentali, pratiche, concetti e così via. Un resoconto genealogico, per esempio, può avere un carattere giustificativo quando individua una relazione funzionale necessaria tra il concetto o la pratica in esame e bisogni umani abbastanza fondamentali. La questione che voglio affrontare riguarda le presunte capacità giustificative di questo tipo di spiegazioni genealogiche. In che misura modificano davvero lo spazio delle ragioni? Sostengo che la loro portata normativa e valutativa è variabile e che l'esame di alcuni casi limite aiuta a dimostrarlo. Più specificamente, ritengo che in alcuni casi le ragioni offerte attraverso queste spiegazioni siano ragioni non tanto per giustificare l'uso di certi concetti o pratiche, quanto per giustificare coloro che li vivono.