La sincronicità, è “la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva” (Jung, 1952). C.G.Jung e il fisico quantistico premio Nobel, W. Pauli, ci introducono con tale concettualizzazione in un mondo, nel quale ciò che è interno e ciò che è esterno a noi non è così nettamente definito, mondo nel quale le “coincidenze” non sono più tali, ma rivestono un significato ed un’importanza per la nostra psiche, per (...) la nostra vita. Se un bambino mentre gioca sulla riva di un fiume, vi cade e rischia di venire trascinato dalla corrente, e nello stesso momento sua madre dall’altra parte della città è preda di un’angoscia che l’attanaglia e grida: “il mio bambino!”, siamo in presenza di un evento sincronistico, nel senso della definizione di Jung sopracitata. Noi crediamo, sulla scia di Jung e Pauli che la sincronicità possa essere un possibile principio esplicativo della realtà da affiancare alla causalità, per Pauli vi sono nella realtà sia elementi razionali sia irrazionali ed è quindi impossibile per la fisica dire l’ultima parola sulla realtà, visto che quest’ultima è così complessa. L’attuazione dei fenomeni sincronistici è fuori dalla portata di qualsiasi tipo di previsione razionale, l’evento sincronistico non è riproducibile ed è in qualche modo l’emblema dell’aspetto non razionale della realtà, e come detto, insieme alla più consueta logica causalistica, (ad esempio, una mela su un albero quando è matura può anche cadere), danno una visione più completa della realtà. E questa visione più completa era l’intento di Jung nell’approcciare questi fenomeni: “Cercare di aprire una via verso “l’animazione della materia” a partire dall’assunzione che “ciò che esiste sia dotato di senso”…” ( Pauli e Jung 1992, lettera n.59 di Jung, p. 100). (shrink)

“Anima naturaliter christiana” (Anima naturalmente cristiana) così si esprimeva per Tertulliano, e per Jung questo vale in senso psicologico, per noi occidentali: “Per lui (l’occidentale) l’uomo interiormente è infimo… cerca di propiziarsi quella grande potenza (Dio), mediante il timore, la penitenza, le promesse, la sottomissione, l’autoumiliazione… la grande potenza non è egli stesso, bensì… l’interamente altro, assolutamente perfetto ed esterno, l’unica realtà… (per l’orientale) La psiche è perciò la cosa più importante, è il respiro che tutto penetra… Tutta la vita (...) fluisce da lui e tutte le diverse forme apparenti si ridissolvono in lui… Anziché mandare a mente le tecniche spirituali dell’Oriente, sarebbe molto più importante scoprire se esiste nell’inconscio una tendenza introversa, simile al principio spirituale che domina in Oriente… Saremmo allora in condizione di edificare sul nostro suolo e con i nostri metodi. (shrink)

Dylan Dog, l’Indagatore dell’Incubo (the nightmare investigator), lives and works at 7 Craven Road in London. The comic book character is English, but he was created in Italy by Tiziano Sclavi in 1986, and it is still published today monthly. Dylan had enormous success, not only in Italy but worldwide. His job is to investigate, together with his assistant, Groucho, the paranormal, the irrational, the nightmare that can assume different forms and aspects. Dylan fights against all types of monsters: (...) vampires, zombies, werewolves, witches, even against Death itself. However, the horror that he faces is not always paranormal. The monsters are often extremely human. Maybe that is the reason why Dylan remains extremely skeptical and rational. Everything in Dylan Dog’s world revolves around the absurd, the chaos without explanation, without sense, and the need to find meaning in it. This chaos can take different forms: the horror that Dylan fights, but also the satirical and nonsense humor of Groucho. This irrational dimension manifests itself also through Dylan’s love and sexual life: in almost every story, Dylan falls in love with a different woman, who usually will die or will break his heart. Love and sex are strongly connected with horror and death in Dylan Dog’s narrative: they are irrational forces, from which it is not possible to escape. The purpose of this essay is to analyze the irrational and fearful dimension in Dylan Dog: l’orrore, as he calls it, but also its connection to sexuality and the comic relief provided by Groucho. This chaotic and monstrous reality will be analyzed mainly—but not only—through the Nietzschean concepts of Apollonian and Dionysian related to the concept of absurd as described by Albert Camus. In this frame, the analysis of René Girard’s Violence and the Sacred will also be helpful. Violence is an irrational and uncontrollable force, and its manifestation is tightly linked with the horror and the monstrous reality that it unveils. (shrink)