Abstract
Questo contributo riguarda il tema specifico dell’umiltà come virtù etica e nasce all’interno di uno studio più ampio sulla relazione tra umiltà in campo morale e umiltà intellettuale, tema ricorrente tra i sostenitori della Virtue Epistemology. L’intento di questo saggio è quello di approfondire il recente dibattito circa la natura dell’umiltà come virtù e la sua definizione e il mio obiettivo è quello di mostrare come la tradizione aristotelico-tomista, generalmente sottovalutata da chi si occupa di umiltà nella filosofia analitica contemporanea, possa fornire una risposta soddisfacente alle problematiche più recenti relative a questo tema.
La struttura di questo breve contributo prevede un primo paragrafo in cui offrirò una sintetica panoramica sulla concezione di umiltà di Aristotele e Tommaso d’Aquino. Quindi, nel secondo paragrafo, analizzerò la ricezione di questa virtù all’interno della filosofia morale contemporanea di matrice analitica, affrontando due problemi di cui qualsiasi definizione di umiltà deve dare spiegazione: la compatibilità di umiltà e conoscenza di sé, e la possibilità, per chi eccelle in un determinato ambito, di essere umile. Mostrerò come la tradizione aristotelico-tomista possa fornire una risposta efficace a tali quesiti recenti e presenterò i tratti generali della concezione di umiltà come virtù relazionale. Infine concluderò indicando alcuni punti degni di futuri sviluppi.