Abstract
Nel Liber Novus la risonanza dei campi archetipici, che si esplica nel primato dell’imago e dell’immaginale, esplode in tutta la sua “patica” evidenza. L’archetipo junghiano sembra contenere in sé il riverbero dell’onnipresente telos che percorre la coincidentia oppositorum, e qui il pensiero va alla concezione di Nicola Cusano.
Nella sua concezione, l'entità divina è al di là del principio di identità e di non contraddizione, Dio è l'unità degli opposti, in Lui luce e tenebre, sostanza e non sostanza e tutti i dualismi, vengono compenetrati.