Using a novel enumeration task, we examined the encoding of spatial information during subitizing. Observers were shown masked presentations of randomly-placed discs on a screen and were required to mark the perceived locations of these discs on a subsequent blank screen. This provided a measure of recall for object locations and an indirect measure of display numerosity. Observers were tested on three stimulus durations and eight numerosities. Enumeration performance was high for displays containing up to six discs—a higher (...) class='Hi'>subitizing range than reported in previous studies. Error in the location data was measured as the distance between corresponding stimulus and response discs. Overall, location errors increased in magnitude with larger numerosities and shorter display durations. When errors were computed as disc distance from display centroid, results suggest a compressed representation by observers. Additionally, enumeration and localization accuracy increased with display regularity. (shrink)

The basic human ability to treat quantitative information can be divided into two parts. With proto-arithmetical ability, based on the core cognitive abilities for subitizing and estimation, numerosities can be treated in a limited and/or approximate manner. With arithmetical ability, numerosities are processed (counted, operated on) systematically in a discrete, linear, and unbounded manner. In this paper, I study the theory of enculturation as presented by Menary (2015) as a possible explanation of how we make the move from the (...) proto-arithmetical ability to arithmetic proper. I argue that enculturation based on neural reuse provides a theoretically sound and fruitful framework for explaining this development. However, I show that a comprehensive explanation must be based on valid theoretical distinctions and involve several stages in the development of arithmetical knowledge. I provide an account that meets these challenges and thus leads to a better understanding of the subject of enculturation. (shrink)

Why would we want to develop artificial human-like arithmetical intelligence, when computers already outperform humans in arithmetical calculations? Aside from arithmetic consisting of much more than mere calculations, one suggested reason is that AI research can help us explain the development of human arithmetical cognition. Here I argue that this question needs to be studied already in the context of basic, non-symbolic, numerical cognition. Analyzing recent machine learning research on artificial neural networks, I show how AI studies could potentially shed (...) light on the development of human numerical abilities, from the proto-arithmetical abilities of subitizing and estimating to counting procedures. Although the current results are far from conclusive and much more work is needed, I argue that AI research should be included in the interdisciplinary toolbox when we try to explain the development and character of numerical cognition and arithmetical intelligence. This makes it relevant also for the epistemology of mathematics. (shrink)

In questo articolo viene affrontata la questione della sovranità politica in rapporto alla crisi climatica e ai dispositivi di governance sorti per la sua mitigazione e adattamento. Vengono esposti in estrema sintesi i risultati di un più ampio progetto di ricerca sul nesso tra cambiamento climatico, globalizzazione e ristrutturazione neoliberista della sovranità, fornendo risposte preliminari ad alcuni quesiti. In primo luogo, vengono esposte le ragioni per le quali è opportuno tornare sul concetto e sulle pratiche della sovranità, per come essa (...) emerge dalla tradizione filosofico-politica moderna, in rapporto a problemi globali che concernono il pubblico interesse. È presentato un quadro sintetico delle trasformazioni subite dalla sovranità e dallo Stato a seguito dei processi di globalizzazione degli ultimi quattro decenni, e di come tali trasformazioni abbiano influenzato la risposta collettiva al cambiamento climatico. Vengono inoltre presentati alcuni casi studio per rafforzare la tesi che il modello «neoliberista» di globalizzazione, con le strutture di governance ambientale che ne fanno parte, presenta numerose criticità che impediscono un’efficace presa in carico della questione ambientale. In conclusione, viene tratteggiato un argomento normativo per un recupero di determinati elementi della tradizione concettuale della sovranità politica moderna come parziale rimedio alle esternalizzazioni socio-ambientali dell’attuale modello di globalizzazione. Parole chiave: sovranità, cambiamento climatico, globalizzazione, governance climatica. (shrink)

I processi di transizione post-conflitto pongono questioni prominenti per l’agenda politica globale. Si pensi, per esempio, alla transizione democratica in Sud Africa dopo la fine dell’Apartheid o alla ricostruzione politica dei paesi facenti parte dell’ex-Jugoslavia all’indomani delle guerre dei Balcani. Quali principi normativi dovrebbero informare tali processi? Questa domanda è al cuore del crescente dibattito sulla “giustizia transizionale”. Questo dibattito si è concentrato principalmente sulla rettificazione delle ingiustizie occorse a causa dei torti perpetrati e subiti dalle parti coinvolte. Di conseguenza, (...) la giustizia è stata tipicamente concepita come una proprietà di esiti distributivi di diritti e opportunità. I processi di transizione post-conflitto sono giusti nella misura in cui sono in grado di condurre a tali esiti. Un simile approccio orientato agli esiti è capace di rendere conto di dimensioni morali, animate da preoccupazioni di giustizia e/o pacificazione, che dovrebbero certamente figurare nella caratterizzazione e valutazione normativa dei processi di transizione. Tuttavia, esso rischia di perdere di vista un’altra dimensione egualmente rilevante che riguarda le qualità inerenti ai processi di transizione stessi. Per illuminare questa dimensione, vorrei portare l’attenzione su di una diversa idea di giustizia che riguarda le proprietà inerenti alle interazioni tra persone; la giustizia nelle interazioni. La tesi che sosterrò è che le procedure costitutive dei processi di transizione post-conflitto non dovrebbero essere disegnate con la sola o prioritaria preoccupazione di condurre le parti a un consenso o compromesso su di un accordo capace di rettificare le ingiustizie perpetrate e subite. È anche necessario che questi processi siano strutturati in modo da consentire alle parti di reinterpretare il loro conflitto come un problema condiviso, che richiede l’instaurazione di dinamiche d’interazione cooperative capaci di realizzare forme di trattamento inerentemente giuste delle loro pretese reciproche. (shrink)

Cette communication explorera la nature deleuzienne de l'ontologie présupposée par Foucault dans ses cours Sécurité, Territoire, Population et Naissance de la Biopolitique. L'objectif sera d'identifier certaines formules de Foucault qui font écho à un concept clé de Différence et Répétition: l'individuation comme intégration d'une multiplicité. Dans ces textes se trouveront pas mal d'éléments de l'ontologie deleuzienne: par exemple, le couple différentiation / différenciation; l'anti-essentialisme; et le champ différentiel, pré-individuel, problématique, ou virtuel d'où émergent, par l'auto-organisation, des individus actuels. Mais, on (...) verra aussi des difficultés conceptuelles, surtout dans sa notion de "possibilité," que subit Foucault dans quelques-unes de ses réflexions méthodologiques, difficultés qui émergent pour lui en faisant ses propres analyses de "la mise en intelligibilité en histoire" pendant qu'il présuppose l'ontologie deleuzienne. (shrink)