Abstract
Nel suo "Il canone minore", Rocco Ronchi descrive il tentativo compiuto da quelle figure, sovente eretiche del pensiero rispetto a quello che l’autore individua come canone maggiore, che nel corso della storia della filosofia hanno pensato davvero l'immanenza dell’assoluto o, che è lo stesso, l’univocità dell’essere sul piano degli enti di natura. Nell’esigenza fondamentalmente speculativa e per ciò stesso anti-moderna della filosofia, ciò che si dà a vedere quale dato immediato dell’intuizione è un'equivalenza solo apparentemente innocua, ma in realtà profondamente perturbante e traumatica: immanenza assoluta = natura.