Coincidenţa contrariilor reprezintă un punct esenţial în gândirea umanităţii, echivalând, în cele din urmă, cu dorinţa omului de a aduna într-un tot unitar pe cele ce se opun în univers. Această preocupare a stat la baza scrierilor unor gânditori importanţi, între care se numără Sfântul Dionisie Areopagitul, Meister Eckhart, Nicolaus Cusanus sau Mircea Eliade. Deşi au scris în perioade de timp diferite şi au aparţinut unor tradiţii diferite, operele lor stau mărturie faptului că motivul coincidentia oppositorum a fost (...) şi continuă să fie o constantă în viaţa omului în dorinţa acestuia de a atinge Absolutul. (shrink)

Nella storia della metafisica è stato un grande problema come chiarire l’idea della coincidentia oppositorum (la coincidenza degli opposti) di Cusano, il quale è riconosciuto comunque da Cassirer come il primo epistemologo del pensiero moderno, in particolare come colui che ha saputo conquistare l’infinito alla mente umana. Dopo alcuni secoli, ha avuto una grande importanza una idea simile a quella di Cusano, la dialettica di Hegel, la quale aggiunge una negazione ad una prima frase negata per ottenere una (...) sintesi in termini generali. Ma poi queste idee sono state sempre meno seguite, eccetto che nel XX secolo da un filosofo non accademico, Lanza del Vasto che ha criticato Hegel e si è ricondotto a Cusano. Nello scritto esamino questa tematica mediante gli strumenti recentemente forniti dalla logica matematica, già verificati sugli scritti di altri scienziati; essi sono capaci di distinguere con precisione che cosa, negli scritti di uno studioso, è un passaggio logico formale e che cosa è una semplice illazione, derivata dalla conoscenza comune o dalla sua creatività; e se è un passaggio logico, decidere di che tipo di logica è. Per mezzo di questo metodo formale, i) presento alcune caratteristiche del ragionare di Cusano; ii) critico il metodo di Hegel; il risultato si accorda con la analisi critica di Hegel che Lanza del Vasto ha compiuto in maniera intuitva; iii) dimostro che la relazione tra Cusano e Lanza del Vasto è più forte di quanto dichiara quest’ultimo; iv) suggerisco una spiegazione della coincidentia oppositorum, chiarendo che la novità di ragionare in logica non classica è stata così innovativa che il tentativo di Cusano di precisarne il metodo è risultato in una scorciatoia, non errata ma valida solo in alcune situazioni; mentre è stato deviante il tentativo di Hegel; Lanza del Vasto, che ha portato un contributo al metodo di Cusano, si è comunque reso conto che occorreva arrivare a formalizzare un nuovo tipo di logica, che oggi risulta essere quella non classica. In definitiva, occorre attribuire a Cusano il merito di aver suggerito una nuova maniera di razionalità logica, quella capace di ragionare in logica non classica e di averne dato, sia pure in maniera imprecisa ed oscura, una prima formalizzazione. (shrink)

Fundamental knowledge endures deep conceptual crisis manifested in total crisis of understanding, crisis of interpretation and representation, loss of certainty, troubles with physics, crisis of methodology. Crisis of understanding in fundamental science generates deep crisis of understanding in global society. What way should we choose for overcoming total crisis of understanding in fundamental science? It should be the way of metaphysical construction of new comprehensive model of ideality on the basis of the "modified ontology". Result of quarter-century wanderings: sum of (...) ideas, concepts and eidoses, new understanding of space, time, consciousness. (shrink)

Between Mircea Eliade and Rudolf Otto many connections can be made concerning the idea of sacred. Even though, the scientist of Romanian origin perceives the sacred reality differently from the German theologian. If the latter puts an emphasis on the irrational side of the divine, the former argues that the sacred has to be perceived twofold: as irrational and rational in the same time, the concept of coincidentia oppositorum best embodying the sacred reality. The sacred’s materializations are the (...) hierophanies, the history of religion being nothing else than a sum of hierophanies. Finally, for Eliade, the ascred is connected to the life of homo religiosus. (shrink)

In De visione Dei’s preface, a multidimensional, embodied experience of the second-person perspective becomes the medium by which Nicholas of Cusa’s audience, the benedictine brothers of Tegernsee, receive answers to questions regarding whether and in what sense mystical theology’s divine term is an object of contemplation, and whether union with God is a matter of knowledge or love. The experience of joint attention that is described in this text is enigmatic, dynamic, integrative, and transformative. As such, it instantiates the (...) class='Hi'>coincidentia oppositorum and docta ignorantia which, for Cusa, alone can give rise to a vision of the infinite. (shrink)

In these discussions between Mircea Eliade and Thomas Altizer we can recognise two important things: there are some points of contact between these two thinkers and some differences. The problem lies in determining whether or not these points of contact are simply two different ways of understanding the same concepts. On the one hand,“Death of God” theology was in vogue in the United States in the 1960s, but today has few adherents. However, a new evaluation of this theological movement is (...) necessary because we need to understand its possible impact on the renewal of Christianity. On the other hand, Eliade was considered an important scholar in the field of history of religions. In our time, many critics contest his influence in this field and criticize him for the fact that he relativizes Christianity. This new interpretation of both scholars was an opportunity to link the research in the theology with that in the history of religions, an important motive for our time. In ecumenical discussions, the link between research in both these fields is so important. The concept of coincidentia oppositorum, the understanding of the sacrality of our time, in different religions, and the new language for discussing with people of different faiths are the main preoccupations of the ecumenical movement. (shrink)

Transformations are not only conditioned by facts encompassing narrower or wider panoramas: from concentrating on death and one (political) role (the ode of Horace), through recalling Cleopatra’s mature life and love (the drama of Shakespeare), to creating an image embracing the heroine’s whole life with its numerous roles, but as a mother and a daughter in the first place, because even her lovers resemble a father and a child (the fictional biography of Karen Essex). Above all, they appear to be (...) more connected with different attitudes towards universal references lying within human cognitive abilities. Horace’s didactic opposition of contradictory patterns leads to the victory of one of them — and it is a linear pattern, as an equivalent of modern myth, which is accepted by the author himself. In Shakespeare, it takes a form of tragedy resulting from the fragmentary character of each pattern, one of which introduces change (archaic myth) and the other constancy (modern myth), and from a painful attempt to combine them. In Essex, the vision of the world in which archaic myth, strongly represented by a child, triumphs is utopian. Irrespective of the differences, all the works realize the essential role played by images developed by heroes, and especially by authors, in human cognition. (shrink)

“Vocatus atque non vocatus Deus aderit." (C.G. Jung) -/- Dans le Liber Novus, la résonance des champs archétypiques, qui se manifeste dans dans le primat de l'imago et de l'imaginal, explose dans toute sa « pathique » évidence. L'archétype jungien semble contenir en soi l'écho du telos omniprésent qui parcourt la coincidentia oppositorum. On est alors amené à penser à la conception de Nicola Cusano.

Nel Liber Novus la risonanza dei campi archetipici, che si esplica nel primato dell’imago e dell’immaginale, esplode in tutta la sua “patica” evidenza. L’archetipo junghiano sembra contenere in sé il riverbero dell’onnipresente telos che percorre la coincidentia oppositorum, e qui il pensiero va alla concezione di Nicola Cusano. Nella sua concezione, l'entità divina è al di là del principio di identità e di non contraddizione, Dio è l'unità degli opposti, in Lui luce e tenebre, sostanza e non sostanza (...) e tutti i dualismi, vengono compenetrati. (shrink)

Sarebbe troppo facile dire che sullo scrittoio di Bruno non c’erano né testi buddistici né scritti di Lao tse. Resta il fatto che queste assonanze ci sono, e non solo sul punto della metasomatosi, che è il più ovvio. Esistono sintonie più profonde che riguardano anzitutto il concetto del divino e quel caposaldo teorico che è il concetto bruniano di materia. Sono sintonie e assonanze che pongono complessi problemi di ordine teorico, con i quali si sono misurati pensatori come Cassirer (...) e Aby Warburg che, come è noto, amava Bruno. Pongono anzitutto il problema di quelle che si potrebbero definire strutture “trascendentali” del pensiero umano, dalle quali sgorgano sintonie e assonanze di ordine filosofico o religioso che prescindono dalle “fonti” tradizionalmente considerate, ma non sono per questo meno importanti e significative. Nel suo lavoro Guido del Giudice ha precisamente questo doppio merito: 1. aprire gli studi bruniani verso prospettive non ancora e non sempre considerate in modo adeguato; 2. sollecitare il lettore a confrontarsi con delicati problemi teorici, che riguardano la struttura complessiva - universale, si potrebbe dire - del pensiero umano. (Dalla Presentazione di Michele Ciliberto) . (shrink)

To avoid the mystical rapture that seizes interpreters put before the theme of unitas oppositorum in Cusanus and Leibniz, this contribution shall move from the prosaic question: what does ensue from such opposites or from their conjunction? 2) interweave the analysis with some external point of view, notably that of Erasmus. This question will be investigated on the background of two antitethical traditions in dealing philosophically with opposition and contradiction, although in the end we shall try and find out (...) other ways and reasons for connecting the two thinkers on the ground of the various possible unitates oppositorum, than those of the metaphysical doctrine of the opposites. (shrink)

English translation of paper title: Action and Passion in the Renaissance. The Womanly and the Manly in Agrippa, Postel, and Bovelles. This paper uses the philosophy of Nicholas of Cusa and the Querelle des Femmes as historic backgrounds for how Agrippa of Nettesheim, Guillaum Postel, and Charles de Bovelles reconcile the notions of "male" and "female" in their respective philosophies.

Eine Untersuchung zu Nietzsches Kritik am Deutschen Idealismus im Rahmen seiner allgemeinen Idealismuskritik und seiner Lehre vom Willen zur Macht.

[The review is in German] Theunissen has developed an interesting account of metaphilosophy that–as a discipline–does not start in 1960s, but already and especially with Kant, Fichte and Hegel. The constant growth of philosophical theories around 1800 (what Koselleck called “Sattelzeit”) made metaphilosophical constructions necessary. He reads–and is not the first author who does so–Hegel’s Phenomenology of Spirit as a metaphilosophical theory. Although I like and share many ideas with Theunissen, there are three objections that I raise in my review: (...) (i) His account of isosthenia as a basic problem behind all philosophical positions (which makes metaphilosophy necessary) undermines the importance of dissent, dogmatism and intra-philosophical struggles; (ii) Theunissen’s understanding of metaphilosophy is not neutral (just as any account of metaphilosophy): it is predetermined by Hegel’s thought and the author’s understanding of Phenomenology of Spirit; (iii) Therefore, it fits well to this particular work of Hegel, but not (a) to the overall system of Encyclopedia and (b) Kant’s metaphilosophical deliberations (which Theunissen misses). I end the review with the statement that we need to ask ourselves how metaphilosophy is possible as a unified discipline despite of different philosophical backgrounds of authors–we need a meta-metaphilosophy or a critique of metaphilosophical reason. (shrink)

Zunehmend wird Foucault als »Praxeologe« gelesen und an sein Konzept von Praktiken angeschlossen. Dabei übersehen die meisten dieser Versuche jedoch, welche Anforderungen die foucaultschen Untersuchungen entlang der drei Achsen der Wissensformationen, der Machtbeziehungen und der Selbstverhältnisse an das von Foucault nie selbst explizierte Praktikenkonzept stellen. Der Vortrag skizziert einen Begriff von Praktiken, der ihnen gerecht werden kann, sowie dessen philosophische Implikationen.