Prima di commentare il libro, offro commenti su Wittgenstein e Searle e sulla struttura logica della razionalità. I saggi qui sono per lo più già pubblicati nell'ultimo decennio (anche se alcuni sono stati aggiornati), insieme a un elemento inedito, e nulla qui verrà come una sorpresa per coloro che hanno tenuto il passo con il suo lavoro. Come W, è considerato il miglior filosofo del suo tempo e il suo lavoro scritto è solido come una roccia e innovativo in tutto. (...) Tuttavia, la sua incapacità di prendere la Successiva W abbastanza sul serio porta ad alcuni errori e confusioni. Solo alcuni esempi: su p7 osserva due volte che la nostra certezza sui fatti di base è dovuta al peso schiacciante della ragione che sostiene le nostre affermazioni, ma W ha mostrato definitivamente in 'On Certainty' che non c'è possibilità di dubitare della vera struttura assiomatica delle nostre percezioni, ricordi e pensieri del sistema 1, poiché è essa stessa la base del giudizio e non può essere giudicata. Nella prima frase su p8 ci dice che la certezza è revisionabile, ma questo tipo di 'certezza', che potremmo chiamare Certezza2, è il risultato dell'estensione della nostra certezza assiomatica e non revisionabile (Certezza1) attraverso l'esperienza ed è completamente diversa in quanto proposizionale (vera o falsa). Questo è ovviamente un classico esempio della "battaglia contro l'intrattenere della nostra intelligenza per linguaggio" che W ha dimostrato più e più volte. Una parola- due (o molti) usi distinti. Anche il suo ultimo capitolo "L'unità della proposizione" (precedentemente inedito) trarrebbe grande beneficio dalla lettura dei due libri di W "On Certainty" o dei due libri di DMS su OC (vedi le mie recensioni) in quanto fanno chiaramente la differenza tra solo frasi vere che descrivono S1 e proposizioni vere o false che descrivono S2. Questo mi sembra un approccio di gran lunga superiore a S's prendendo le percezioni S1 come proposizionale dal momento che diventano solo T o F dopo che si inizia a pensare a loro in S2. Tuttavia, il suo punto che le proposizioni permettono dichiarazioni di verità e falsità reali o potenziali, del passato e del futuro e della fantasia, e quindi forniscono un enorme progresso rispetto alla società pre o protolinguistica, è cogente. Come egli afferma: "Una proposta è qualsiasi cosa che può determinare una condizione di soddisfazione... e una condizione di soddisfazione... è che tale e tale è il caso. Oppure, si deve aggiungere, che potrebbe essere o potrebbe essere stato o potrebbe essere immaginato per essere il caso. Nel complesso, PNC è una buona sintesi dei molti progressi sostanziali su Wittgenstein derivanti dal mezzo secolo di lavoro di S, ma a mio parere, W è ancora ineguagliabile una volta compreso ciò che sta dicendo. Idealmente, dovrebbero essere letti insieme: Searle per la chiara prosa coerente e generalizzazioni, illustrate con esempi perspicaci di W e brillanti aforismi. Se fossi molto più giovane scriverei un libro facendo esattamente questo. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019). (shrink)

Jürgen Habermas ha dedicato più di trent’anni dei suoi studi alle scienze sociali al fine di definire, attraverso la ricostruzione delle tradizioni di pensiero in esse presenti, un quadro teorico di riferimento che orienti i programmi della ricerca storico-sociale. Al pari dei grandi classici del pensiero sociologico, egli ha cercato di affrontare i “problemi della società nel suo insieme” esplicitando gli assunti, i metodi e gli obiettivi della teoria sociale come presupposto indispensabile per un’indagine che ampli i confini disciplinari della (...) sociologia, da un lato, alla riflessione filosofica, dall’altro alla ricerca storiografica. Nel lungo itinerario della sua formazione scientifica questo programma rappresenta il filo conduttore nell’analisi dei “sistemi culturali”, dei “sistemi sociali”, dei “sistemi della personalità” e, soprattutto, nella “teoria dell’evoluzione sociale”, dalla ricostruzione delle condizioni necessarie alla genesi antropologica delle forme socio-culturali di vita – l’“ominizzazione” – sino all’esame della logica e della dinamica di sviluppo delle “formazioni sociali” che egli suddivide in primitive, tradizionali, moderne e contemporanee. Nella Postfazione all’edizione italiana di Profili politico-filosofici (2000), una raccolta che contiene scritti di quarantacinque anni di studi (1953-1998), Leonardo Ceppa sottolinea i due aspetti essenziali dell’opera di Habermas: “la coerenza teorica” e il “carattere assimilatorio”. Habermas non è un pensatore “rivoluzionario” ma un “riformista” che, ricorrendo a un’immagine ingegneristica, all’isolamento del “pensiero che scava fossati” preferisce “costruire ponti” tra i campi del sapere. Questa ricerca si segnala per il tentativo di recepire criticamente le acquisizioni specialistiche delle scienze sociali e della filosofia finalizzando questa tensione apprenditiva alla costruzione di un quadro generale. Nato dai nostri colloqui seminariali, di cui mantiene la forma dialogica dei “turni di parola”, il presente volume focalizza lo sguardo sulle società contemporanee – ripercorrendone la struttura, le sfide presenti e gli scenari futuri – e sulla funzione sociale della sociologia. Ne scaturisce un’indagine di fenomeni fondamentali per comprendere le trasformazioni della modernità: la modernizzazione, il capitalismo organizzato, lo stato sociale, la democrazia politica, la diversità culturale, l’opinione pubblica nell’epoca dei media, la globalizzazione, la crisi ecologica, le disuguaglianze mondiali, i conflitti nazionalistici, il terrorismo islamico, la secolarizzazione, l’ingegneria genetica, l’integrazione europea e la politica mondiale. Nel riordinare i temi sociologici da lui proposti abbiamo cercato di sistemare l’analisi delle società contemporanee a un livello che non si accomodi sul piano dei commenti troppo facili che gli intellettuali, i politici e la gente comune amano fare sull’attualità e che, mantenendo una visione d’insieme sull’opera, chiarisca il testo e i suoi punti ciechi. Il volume si propone come uno strumento di lavoro che accompagni a una lettura critica. Sullo sfondo rimane la domanda se Habermas riesca davvero a conseguire, nei suoi itinerari attraverso la “storia delle idee”, la coerenza logica e la profondità d’indagine necessarie a “sistematizzare” le ricerche delle scienze sociali. Alcune perplessità avvalorate dal confronto con i testi e con la letteratura critica ci hanno suggerito di riservare ai problemi metodologici uno studio specifico che chiarisca il concetto di “scienza ricostruttiva” e ne illustri le applicazioni nell’ambito delle teorie della riproduzione culturale, della socializzazione e dell’evoluzione delle formazioni sociali – uno studio le cui linee sono solo anticipate nell’Introduzione. Il programma di ricerca e la sua recezione critica, relativamente agli assunti della teoria dell’evoluzione sociale. Riprendendo una felice espressione di Karl Popper, ci auguriamo di aver raggiunto la chiarezza argomentativa e la semplicità linguistica dovuta al lettore, confidando nella “cooperazione amichevole-ostile di molti scienziati”. (shrink)

Lo scritto costituisce un primo saggio preparatorio (redatto in forma di dialogo a quattro voci) di un volume consacrato al pensiero di Eraclito. In esso, si indaga il senso greco iniziale della parola "logos", quale dizione fondamentale della grecità.

il verbo latino «desiderare» deriva dal composto latino della particella "de-" con il termine "-sideris", plurale di "sidera", che significa pertanto "stelle". Quindi il desiderio non ha a che fare con una singola stella, ma con un insieme di stelle. Perché? Gli antichi collegavano idealmente nel cielo le stelle fino a formare le costellazioni, e queste erano necessarie non solo per orientarsi (ad es. nel mare), ma anche a livello esistenziale (l’astrologia). Il problema è che finora la parola de-Sidera (...) è stata interpretata come il sentimento di una «mancanza» di costellazioni, cioè di punti di orientamento, magari con stravaganti riferimenti al De bello gallico di Giulio Cesare. In queste pagine del 2017 dimostro che è possibile una interpretazione alternativa partendo dall'interpretazione della particella "de-" in quanto finora essa è stata interpretata unicamente come un prefisso privativo. Eppure "de-" oltre a un significato privativo nel senso di sentire la mancanza di stelle, può indicare anche una negazione. In pratica interpretare de-siderare nel senso di nostalgia delle stelle sarebbe come interpretare de-costruire come "nostalgia delle costruzioni"! In realtà de-Sidera non significa affatto nostalgia delle stelle, bensì, molto più radicalmente «de-Costellare» nel senso di negare la costellazione che imprigiona e abbruttisce la mia esistenza attuale negli affanni della routine quotidiana, per cercare, oltre tale costellazione fatalistica, cioè il DESTINO, quella che corrisponde meglio alla mia vera DESTINAZIONE, nel senso di vocazione. Il de-siderio non è quindi nostalgia delle stelle, ma ricerca della costellazione che corrisponde alla propria vocazione. (shrink)

Cosmovisione è un termine che dovrebbe significare un insieme di fondamenti da cui emerge una comprensione sistemica dell'Universo, delle sue componenti come la vita, il mondo in cui viviamo, la natura, il fenomeno umano e le sue relazioni. Si tratta, quindi, di un campo della filosofia analitica alimentato dalle scienze, il cui obiettivo è questa conoscenza aggregata ed epistemologicamente sostenibile su tutto ciò che siamo e conteniamo, che ci circonda e che in qualche modo si relaziona con noi. È qualcosa (...) di antico quanto il pensiero umano e, oltre a utilizzare elementi di cosmologia scientifica, racchiude tutto ciò che nella filosofia e nella scienza si riferisce all'universo e alla vita. Una cosmovisione non è un insieme d’idee, ipotesi e presupposti, ma un sistema basato su osservazione, analisi, prove e dimostrazione. Nessuna cosmovisione intende definire, stabilire, proporre, ma solo comprendere, analizzare e interpretare. Ognuno di noi costruisce e porta avanti la propria cosmovisione per tutta la vita, senza stabilire forme, come sfondo per il proprio pensiero e comportamento. Linguisticamente il termine “cosmovisione” deriverebbe dal tedesco, equivalente al concetto di“Weltanschauung”, utilizzato da diversi filosofi. Tuttavia, questa relazione linguistica non è applicabile perché contraddice ciò che proponiamo come cosmovisione. Questa parola tedesca rimanda a una visione prelogica o proto-sperimentale della realtà, con un contesto intuitivo e lontana da una conoscenza critica che non esisteva ancora al momento della sua formulazione. Senza dubbio, le cosmovisioni, nel senso in cui le intendiamo, ospitano e utilizzano questi elementi proto-sperimentali o prelogici che includono la storia, l’inconscio collettivo e tutti gli archetipi che portiamo con noi. Tuttavia, nel concetto che qui applichiamo, la cosmovisione va ben oltre questo contenuto, dapprima sottoponendolo costantemente al pensiero critico attuale e, infine, facendo dell'esperienza analitica (e non del pensiero o dell'intuizione stessa) il suo universo reale. In questo lavoro, cerchiamo di delineare una cosmovisione basata sulle realtà che la scienza offre oggi. Non proponiamo, in nessun momento, di fare scienza; o teorizzare la filosofia, ma cercheremo sempre di essere supportati da loro o, almeno, protetti da loro dalle distorsioni cognitive che abitualmente ci portiamo dietro. (shrink)

Situating psychoanalysis as the foundation of the therapeutic community and as a spiritual exercise, the author argues that contemporary approaches articulate a form of akēdia – a desire to be elsewhere – both in its focus on expectation and its misunderstanding of the nature ‘place’. This amounts to an avoidance of being-with the subject of psychosis. This leads to a discussion of the formation necessary for therapeutic community practitioners which is in opposition to the notion of training. Such a formation (...) amounts to an inscription into the discourse of the therapeutic community with specific reference to the Law (Oedipus). -/- L’autore intende la psicoanalisi come esercizio spirituale e la colloca come base fondante della Comunità Terapeutica. Egli critica gli approcci contemporanei al trattamento della psicosi, poiché mettono in atto qualcosa di simile al desiderio di essere altrove -akēdia- sia per quanto riguarda le aspettative che l’incomprensione del ‘luogo’ della natura. Questo atteggiamento porta a un evitamento dell’essere-con la psicosi. Tali premesse aprono di fatto la discussione sulla necessaria formazione degli operatori di una comunità terapeutica che non può essere racchiusa nella parola training. La formazione degli operatori è nell’essere, nell’appartenere alla stessa comunità terapeutica e non può che far preciso riferimento ai concetti edipici di confine e di Legge. (shrink)

Il termine “eclisse” (o eclissi) rimanda al fenomeno astronomico dell’oscuramento della luna o del sole. La stessa parola nel linguaggio figurato indica l’offuscamento o la scomparsa definitiva di una personalità, di un movimento o perfino di un’intera epoca. In questo tempo pandemico assistiamo all’eclisse di molte (pseudo) certezze, a cominciare dall’inviolabilità della sfera personale. Si tratta di una definitiva scomparsa oppure di un occultamento solo temporaneo? Quando la pandemia sarà passata, tornerà tutto come prima? L’eclisse non è un fenomeno (...) permanente: il sole o la luna, dopo essere caduti nell’ombra, poi ritornano visibili e la vita prosegue normalmente. “Eclisse”, quindi, è un termine che in relazione alla pandemia lascia aperto un cospicuo spazio di riflessione giocato proprio sulla sua ambiguità, sul suo essere un tempo sospeso o l’ultimo atto di un tempo felice. (shrink)

Il materialismo, il riduzionismo, il comportamentalismo, il funzionalismo, la teoria dei sistemi dinamici e il computazionalismo sono punti di vista popolari, ma sono stati mostrati da Wittgenstein come incoerenti. Lo studio del comportamento comprende tutta la vitaumana, ma il comportamento è in gran parte automatico e inconscio e anche la parte cosciente, per lo più espressa nel linguaggio (che Wittgenstein equivale alla mente), non è perspicua, quindi è fondamentale avere un quadro che Searle chiama la struttura logica della razionalità (LSR) (...) e io chiamo la psicologia descrittiva del pensiero dell'ordine superiore (DPHOT). Dopo aver riassunto il quadro elaborato da Wittgenstein e Searle, come esteso dalla ricerca di ragionamento moderno, mostro le inadeguatezze nelle opinioni di Carruther, che pervadono la maggior parte delle discussioni sul comportamento, comprese le scienze comportamentali contemporanee. Io sostengo che il suo libro è un amalgama di due libri, uno una sintesi della psicologia cognitiva e l'altro una sintesi delle confusioni filosofiche standard sulla mente con qualche nuovo gergo aggiunto. Suggerisco che quest'ultimo dovrebbe essere considerato incoerente o come una visione dei cartoni animati della vita e che prendendo Wittgenstein alla sua parola, possiamo praticare l'autoterapia di successo per quanto riguarda il problema della mente / corpo come un problema di lingua / corpo. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019) . (shrink)

Horwich dà una bella analisi di Wittgenstein (W) ed è uno studioso W leader, ma a mio parere, tutti non sono al di sotto di un pieno apprezzamento, come spiego a lungo in questa recensione e molti altri. Se non si capisce W (e preferibilmente anche Searle) allora non vedo come si possa avere più di una comprensione superficiale della filosofia e del pensiero di ordine superiore e quindi di tutti i comportamenti complessi (psicologia, sociologia, antropologia, storia, letteratura, società). In (...) poche parole, W ha dimostrato che quando hai dimostrato come una frase viene usata nel contesto di interesse, non c'è più nulla da dire. Inizierò con alcune citazioni degne di nota e poi darò quelle che penso siano le considerazioni minime necessarie per capire Wittgenstein, la filosofia e il comportamento umano. La prima si potrebbe notare che mettere "meta" davanti a qualsiasi parola dovrebbe essere sospetto. W ha osservato ad esempio, che la metamatematica è matematica come qualsiasi altra. L'idea che possiamo uscire dalla filosofia (cioè la psicologia descrittiva del pensiero di ordine superiore) è di per sé una profonda confusione. Un'altra irritazione qui (e per tutta la scrittura accademica negli ultimi 4 decenni) è il costante sessismo linguistico inverso di "lei" e "suo" e "lei" o "lui/ lei" ecc., dove "loro" e "loro" e "loro" farebbero bene. Allo stessomodo, l'uso della parola francese "repertorio" in cui l'inglese "repertorio" farà abbastanza bene. La carenza principale è il fallimento completo (anche se molto comune) di impiegare quello che vedo come la vista di due sistemi estremamente potente e intuitiva del quadro di HOT e Searle che ho delineato sopra. Questo è particolarmente toccante nel capitolo sul significato p111 et seq. (soprattutto nelle note a piè di pagina 2-7), dove nuotiamo in acqua molto fangosa senza la struttura di vero automatizzato solo S1, proposizionale disposizionale S2, COS ecc. Si può anche ottenere una migliore vista dell'interno e dell'esterno leggendo ad esempio, Johnston o Budd (vedi le mie recensioni). Horwich però fa molti commenti incisivi. Mi è piaciuto soprattutto il suo riassunto dell'importazione della posizione anti-teorica di W su p65. Ha bisogno di dare più enfasi a 'On Certainty', recentemente oggetto di grande sforzo di Daniele Moyal- Sharrock, Coliva e altri e riassunto nei miei recenti articoli. Horwich è di prim'ordine e il suo lavoro vale la pena. Si spera che lui (e tutti) studierà Searle e un po 'di psicologia moderna così come Hutto, Read, Hutchinson, Stern, Moyal-Sharrock, Stroll, Hacker e Baker ecc per raggiungere una vasta visione moderna del comportamento. La maggior parte dei loro documenti sono su academia dot edu e philpapers dot org etc. Egli dà uno dei più bei riassunti di dove una comprensione di Wittgenstein ci lascia che io abbia mai visto. "Non ci deve essere alcun tentativo di spiegare la nostra attività linguistico/concettuale (PI 126) come nella riduzione dell'aritmetica di Frege alla logica; nessun tentativo di dargli basi epistemologiche (PI 124) come nei resoconti basati sul significato di una conoscenza a priori; nessun tentativo di caratterizzarne le forme idealizzate (PI 130) come nelle logiche del senso; nessun tentativo di riformarlo (PI 124, 132) come nella teoria degli errori di Mackie o nell'intuizione di Dummett; nessun tentativo di snellirla (PI 133) come nel racconto dell'esistenza di Quine; nessun tentativo di renderlo più coerente (PI 132) come nella risposta di Tarski ai paradossi bugiar; e nessun tentativo di renderlo più completo (PI 133) come nel sistemare le questioni di identità personale per bizzarri scenari ipotetici di 'teletrasporto'." Infine, lasciatemi suggerire che con la prospettiva che ho incoraggiato qui, W è al centro della filosofia contemporanea e della psicologia e non è oscura, difficile o irrilevante, ma scintillante, profonda e cristallina e che permane lo è mancare una delle più grandi avventure intellettualipossibili. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019) . (shrink)

La sincronicità, è “la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva” (Jung, 1952). C.G.Jung e il fisico quantistico premio Nobel, W. Pauli, ci introducono con tale concettualizzazione in un mondo, nel quale ciò che è interno e ciò che è esterno a noi non è così nettamente definito, mondo nel quale le “coincidenze” non sono più tali, ma rivestono un significato ed un’importanza per la nostra psiche, per (...) la nostra vita. Se un bambino mentre gioca sulla riva di un fiume, vi cade e rischia di venire trascinato dalla corrente, e nello stesso momento sua madre dall’altra parte della città è preda di un’angoscia che l’attanaglia e grida: “il mio bambino!”, siamo in presenza di un evento sincronistico, nel senso della definizione di Jung sopracitata. Noi crediamo, sulla scia di Jung e Pauli che la sincronicità possa essere un possibile principio esplicativo della realtà da affiancare alla causalità, per Pauli vi sono nella realtà sia elementi razionali sia irrazionali ed è quindi impossibile per la fisica dire l’ultima parola sulla realtà, visto che quest’ultima è così complessa. L’attuazione dei fenomeni sincronistici è fuori dalla portata di qualsiasi tipo di previsione razionale, l’evento sincronistico non è riproducibile ed è in qualche modo l’emblema dell’aspetto non razionale della realtà, e come detto, insieme alla più consueta logica causalistica, (ad esempio, una mela su un albero quando è matura può anche cadere), danno una visione più completa della realtà. E questa visione più completa era l’intento di Jung nell’approcciare questi fenomeni: “Cercare di aprire una via verso “l’animazione della materia” a partire dall’assunzione che “ciò che esiste sia dotato di senso”…” ( Pauli e Jung 1992, lettera n.59 di Jung, p. 100). (shrink)

Po-etiche che ci accompagnano. La parola, il linguaggio, l'orrore, la speranza e lo stupore: Paul Celan e Ingeborg Bachmann. La voce, il silenzio, la libertà e il linguaggio: dall'arbitrio originario a Emily Dickinson e oltre. Percorsi etici e poetici: da Spinoza a Kafka, passando per P. Ricoeur e fino a Elizabeth Bishop, Marianne Moore, Margherita Guidacci, Nadine Gordimer e Bianca Maria Frabotta .

In this paper, we present an intelligent tutoring system developed to help students in learning Computer Theory. The Intelligent tutoring system was built using ITSB authoring tool. The system helps students to learn finite automata, pushdown automata, Turing machines and examines the relationship between these automata and formal languages, deterministic and nondeterministic machines, regular expressions, context free grammars, undecidability, and complexity. During the process the intelligent tutoring system gives assistance and feedback of many types in an intelligent manner according to (...) the behavior of the student. An evaluation of the intelligent tutoring system has revealed reasonably acceptable results in terms of its usability and learning abilities are concerned. (shrink)

Aristotle sometimes claims that the perception of special perceptibles by their proper sense is unerring. This claim is striking, since it might seem that we quite often misperceive things like colours, sounds and smells. Aristotle also claims that the perception of common perceptibles is more prone to error than the perception of special perceptibles. This is puzzling in its own right, and also places constraints on the interpretation of. I argue that reading Alexander of Aphrodisias on perceptual error can help (...) to make good sense of both of Aristotle’s claims. (shrink)

In this encyclopedia entry I sketch the way contemporary theorists understand moral responsibility -- its varieties, its requirements, and its puzzles.

Introduction to externalism in the philosophy of mind and cognitive science.

Abstract Heart Attack is the Cardiovascular Disease (CVD) which causes the most deaths among CVDs. We collected a dataset from Kaggle website. In this paper, we propose an ANN model for the predicting whether a patient has a heart attack or not that. The dataset set consists of 9 features with 1000 samples. We split the dataset into training, validation, and testing. After training and validating the proposed model, we tested it with testing dataset. The proposed model reached an accuracy (...) of 98.01% on the Heart Disease Dataset. (shrink)

The areas of philosophy that contribute to the cognitive sciences are various, including the philosophy of mind, language, and science. This introduction to the 80 or so philosophy articles in MITECS provides an overview of that contribution.

The distinction between positive and negative eugenics is perhaps the best-known distinction that has been made between forms that eugenics takes. Roughly, positive eugenics refers to efforts aimed at increasing desirable traits, while negative eugenics refers to efforts aimed at decreasing undesirable traits. Still, it is easy to fall into confusion in drawing and deploying the distinction in particular contexts. Clarity here is important not only historically, but also for appeals to the distinction in contemporary discussions of “new eugenics” or (...) “newgenics”. (shrink)

This essay clarifies and defends the methodological multidimensionality and improvisational character of Clifford Geertz’s account of interpretation and explanation. In contrast to accounts of power analysis offered by Michel Foucault and Talal Asad, I argue that Geertz’s work can simultaneously attend to meaning, power, identity, and experience in understanding and assessing religious practices and cultural formations.

Elementary patterns of resemblance notate ordinals up to the ordinal of Pi^1_1-CA_0. We provide ordinal multiplication and exponentiation algorithms using these notations.

Genetics and the biological sciences are the two contemporary scientific fields most readily called to mind in thinking about science and eugenics. Yet the history of another discipline, psychology, is enmeshed more intricately with eugenics than are the histories of either genetics or even the biological sciences more generally. This is true of the history of eugenics in Canada. Moreover, continuities in the roles that psychology plays in how we think about sorts of people and their ability and right to (...) parent make psychology’s eugenic past relevant to reflection on contemporary and ongoing practices and policies. (shrink)

An introduction is given to the geometry and harmonics of the Golden Apex in the Great Pyramid, with the metaphysical and mathematical determination of the fine-structure constant of electromagnetic interactions. Newton's gravitational constant is also presented in harmonic form and other fundamental physical constants are then found related to the quintessential geometry of the Golden Apex in the Great Pyramid.

Some propositions are more epistemically important than others. Further, how important a proposition is is often a contingent matter—some propositions count more in some worlds than in others. Epistemic Utility Theory cannot accommodate this fact, at least not in any standard way. For EUT to be successful, legitimate measures of epistemic utility must be proper, i.e., every probability function must assign itself maximum expected utility. Once we vary the importance of propositions across worlds, however, normal measures of epistemic utility become (...) improper. I argue there isn’t any good way out for EUT. (shrink)

Aristotle is history’s most famous and influential proponent of the view that there are exactly five senses. But was he entitled to hold this view, given his other commitments? In particular, was he entitled to treat touch as a single sense, given the diversity of its correlated objects? In this paper I argue that Aristotle wished to individuate touch on the basis of its correlated objects, just as he had the other four senses. I also argue, contrary to what is (...) often supposed, that he was well-placed to do so, given his other commitments and views. (shrink)

In Republic 8–9, Socrates describes four main kinds of vicious people, all of whose souls are “ruled” by an element other than reason, and in some of whom reason is said to be “enslaved.” What role does reason play in such souls? In this paper, I argue, based on Republic 8–9 and related passages, and in contrast to some common alternative views, that for Plato the “enslavement” of reason consists in this: instead of determining for itself what is good, reason (...) is forced to desire and pursue as good a goal determined by the soul’s ruler. (shrink)

This study thoroughly investigates the financial behaviors of financially independent, young, single professionals aged 24 to 35 in Balayan, Batangas, amidst a period of global inflation. Focusing on five industries—education, finance, government, healthcare, and retail—the research employs a mixed-methods approach. Quantitative analysis, involving 75 respondents through a 4-point Likert scale survey, is complemented by qualitative insights from in-depth interviews with 5 participants from each industry. The findings from numerical values revealed that demographics did not impact working professionals' saving habits and (...) buying behaviors during the global inflation surge. This suggests that despite differences in age, gender, industry, employment status, and monthly income or salary, all professionals prioritized robust, strong savings and reduced spending to ensure financial stability. The research underscores the significance for professionals in various industries to prioritize specific aspects of personal financial management during the prevailing global inflation surge. The study suggests that, irrespective of industry, working professionals should prioritize specific aspects of personal financial management during the global inflation surge. (shrink)

In this paper, I consider how each of the four main kinds of corrupt person described in Plato's Republic, Books 8-9, first comes to be. Certain passages in these books can give the impression that each person is able to determine, by a kind of rational choice, the overall government of his/her soul. However, I argue, this impression is mistaken. Upon careful examination, the text of books 8 and 9 overwhelmingly supports an alternative interpretation. According to this view, the eventual (...) government of each person’s soul is decided by a struggle for power occurring within the person, among the soul’s parts, the outcome of which is determined by the relative strength and alignment of the competing parties. If this interpretation is correct, Plato adheres more closely to the city-soul analogy in these passages than has sometimes been thought. The ultimate origins of vice in the soul are also seen to lie squarely in upbringing and education, not in a mistaken choice of life. (shrink)

In De Anima II.6, Aristotle divides the objects of perception into three kinds: “special perceptibles" (idia aisthêta) such as colours, sounds and flavours, which can be perceived in their own right by only one sense; “common perceptibles" (koina aisthêta) such as shapes, sizes and movements, which can be perceived in their own right by multiple senses; and “incidental perceptibles,” such as the son of Diares, which can be perceived only “incidentally” (kata sumbebêkos). In this paper, I examine this division of (...) perceptibles and consider what it amounts to. First, I argue that Aristotle’s distinction between perceiving something in its own right (kath' hauto) and perceiving it incidentally marks a causal distinction: what is perceived in its own right causes perception as such, whereas what is perceived incidentally coincides with what is perceived in its own right. Second, I argue that for Aristotle special perceptibles, unlike common perceptibles, belong to homogeneous bodies on account of their chemical composition. Finally, I explain the primacy Aristotle assigns to special perceptibles and his claim that perception of them alone is free from error. I conclude with some brief remarks on Aristotle and the primary/secondary quality distinction. (shrink)

In a series of articles, Dan Lopez De Sa and Elia Zardini argue that several theorists have recently employed instances of paradoxical reasoning, while failing to see its problematic nature because it does not immediately (or obviously) yield inconsistency. In contrast, Lopez De Sa and Zardini claim that resultant inconsistency is not a necessary condition for paradoxicality. It is our contention that, even given their broader understanding of paradox, their arguments fail to undermine the instances of reasoning they attack, either (...) because they fail to see everything that is at work in that reasoning, or because they misunderstand what it is that the reasoning aims to show. (shrink)

Abstract: The study aimed to determine the quality of services and its role in enhancing strategic flexibility, from the point of view of the internal beneficiary in non-governmental hospitals in Gaza Strip. The study relied on the descriptive and analytical approach, and the questionnaire was designed as a tool to collect data and consisted of (39) items, and the researchers used the comprehensive survey method, and the number of the study population was (536) individuals, where (434) questionnaires were retrieved, and (...) the recovery rate was (80.97%). The study revealed many results, the most important of which were: the existence of a high degree of approval by the study sample regarding the quality of services, as it was evident through the field of service quality obtaining a relative weight (79.90%), and the results of the study indicated that there is a moderate degree of approval by the members of the study sample. On the strategic flexibility, as it was evident by obtaining the area of strategic flexibility as a whole on a relative weight (60.44%). The results of the study revealed a statistically significant relationship between the quality of services and the strategic flexibility in non-governmental hospitals in Gaza Strip, with a correlation coefficient of 0.490). The results of the study also revealed a statistically significant effect of the quality of services on the strategic flexibility in non-governmental hospitals in Gaza Strip. The study reached many recommendations, the most important of which were: Establishing an effective system to receive patients' complaints in a manner that ensures rapid response and treatment, to achieve continuous communication between patients and the hospital administration, to notify patients of dealing with the complaints they submit, and to work to provide all medical and health specialties in hospitals in place. The study, by making use of medical delegations visiting Gaza Strip, involving them in therapeutic operations, bringing in doctors and specialists from abroad, updating the criteria for measuring services provided to patients on an ongoing basis, based on patients' suggestions and complaints, developing facilities in hospitals, as well as updating medical devices and equipment Used in hospitals periodically and the need to work on appointing young people and people of energy, for vacancies in the hospitals under study, and the need to seek the help of an administrative staff that is distinguished by scientific and practical qualifications, and to work on updating information systems, archiving and networks through which data and information are transferred between departments, and finding mechanisms to be done from During which the information stored can be used to enhance the decision-making process. (shrink)

Abstract: In this study, we explore the challenge of identifying and preventing diseases in apple trees, which is a popular activity but can be difficult due to the susceptibility of these trees to various diseases. To address this challenge, we propose the use of Convolutional Neural Networks, which have proven effective in automatically detecting plant diseases. To validate our approach, we use images of apple leaves, including Apple Rot Leaves, Leaf Blotch, Healthy Leaves, and Scab Leaves collected from Kaggle which (...) is part from the Plant Village dataset. We generate a comprehensive training dataset using techniques such as image filtering, compression, and generation. Our model achieves impressive accuracy scores for all classes, with an overall accuracy of 99.93% on a dataset of 10,000 labeled images . (shrink)

In sections 2.21.23-25 of An Essay concerning Human Understanding, John Locke considers and rejects two ways in which we might be “free to will”, which correspond to the Thomistic distinction between freedom of exercise and freedom of specification. In this paper, I examine Locke’s arguments in detail. In the first part, I argue for a non-developmental reading of Locke’s argument against freedom of exercise. Locke’s view throughout all five editions of the Essay is that we do not possess freedom of (...) exercise (at least in most cases). In the second part, I argue that, when Locke asks whether we possess freedom of specification, his question is intentionally ambiguous between two readings, a first-order reading and a higher-order reading. Locke’s view is that, on either reading, we do not possess freedom of specification (at least in any interesting sense). (shrink)

Most of the following are peer-reviewed publications undertaken during the 2000-2020 period, except for very few reports such as the VIASM SciMath Project papers [1,5]...

Multiple states are at risk of becoming uninhabitable due to climate change, forcing their populations to flee. While the 1951 Refugee Convention provides the gold standard of international protection, it is only applied to a limited subset of people fleeing their countries, those who suffer persecution, which most people fleeing climate change cannot establish. While many journalists and non-lawyers freely use the term “climate refugees,” governments, and courts, as well as UNHCR and many refugee experts, have excluded most climate refugees (...) from the Convention as a matter of legal interpretation. In our 2015 paper, “Unable to Return in the 1951 Refugee Convention: Stateless Refugees and Climate Change”, we sought to reopen the debate on “climate refugees” by arguing that some climate refugees qualify under the 1951 Convention as it is currently written (even if they are not persecuted): those who are stateless and are unable to return to their country of origin because climate change has rendered it uninhabitable. Our interpretation, however, has been rejected by Goodwin-Gill and McAdam (2021) and by Foster and Lambert (2019), which explicitly responds to our paper. Here, we address and respond to their arguments, and develop a new supplementary one, drawing on the principle of systemic integration, as enshrined in Article 31(3)(c) of the Vienna Convention on the Law of Treaties. (shrink)

The discovery of mirror neurons in both primates and humans has led to an enormous amount of research and speculation as to how conscious beings are able to interact so effortlessly among one another. Mirror neurons might provide an embodied basis for passive synthesis and the eventual process of further communalization through empathy, as envisioned by Edmund Husserl. I consider the possibility of a phenomenological and scientific investigation of laughter as a point of connection that might in the future bridge (...) the gap Husserl feared had grown too expansive between the worlds of science and philosophy. Part I will describe some implications of the discovery of mirror neurons. Part II will address Husserl’s concept of embodiment as it relates to neuroscience and empathy. Part III will be a primer to investigating laughter phenomenologically. Part IV will be a continuation of the study of laughter and empathy as possible elements helpful in broadening the scope of what Husserl calls the Life-World. (shrink)

This study aimed to assess the effectiveness of remedial instruction in improving the numeracy skills of Grade 7 students at Malbug National High School during the school year 2023-2024. Adopting a quasi-experimental research design, the research focused on Grade 7 students at Malbug National High School, Cawayan East District, Masbate Province Division, Philippines, identified as non-numerates, employing pre-tests and post-tests as essential research tools. The independent variable was the remedial instruction in numeracy, while the dependent variable was students' numeracy performance (...) measured through pre-tests and post-tests. Before the intervention, the pre-test numeracy performance exhibited a varied distribution of students across different score ranges. A majority fell into the "Needs Major Support" category, emphasizing the necessity for targeted interventions. The post-test results, however, revealed a remarkable improvement, with 87.88% of initially non-numerate students achieving scores in the "Transforming" range. A thorough statistical examination validated a notable disparity in the scores obtained before and after the instructional intervention, substantiating the favorable influence of remedial instruction. The calculated t-value of 19.594, exceeding the critical t-value, led to rejecting the null hypothesis. In conclusion, the study emphasizes the need for tailored interventions based on the initial deficiency in numeracy skills. The post-test results underscored the success of remedial instruction in fostering substantial growth. The study recommends sustaining the remedial program, implementing periodic assessments, providing teacher training, involving parents in students' development, allocating adequate resources, and further research in other schools to strengthen findings. (shrink)

This study contributes to the micro-credit literature by addressing the lack of philosophical dialogue concerning the issue of trust between micro-credit NGOs and rural poor women. The study demonstrates that one of the root causes of NGOs’ contested roles in Bangladesh is the norm that they use (i.e., trust) to rationalize their micro-credit activities. I argue that Bangladeshi micro-credit NGOs’ trust in poor village women is not genuine because they resort to group responsibility sustained through aggressive surveillance. I maintain so (...) by drawing on a trust-based theoretical framework that uses various philosophical insights. Drawing on the same conceptual framework, I also contend, somewhat softening the previous claim, that if micro-credit trust is trust at all, it is at most strategic, not generalized. For being strategic, it has many undermining effects on local social solidarity norms, rendering Bangladeshi micro-credit NGOs and strategic trust an odd couple with no moral compass. To bring forth the moral impetus in micro-credit activities, I lay out some recommendations intended for organizations, managers, and policymakers, consistent with normative corporate social responsibility initiatives. However, further studies can be initiated based on this paper, suggesting its importance for future research. (shrink)

A post-Newtonian understanding of matter includes immaterial forces; thus, the concept of ‘physical’ has lost what usefulness it previously had and Cartesian dualism has, consequently, ceased to support a divide between the mental and the physical. A contemporary scientific understanding of mind that goes back at least as far as Priestley in the 18th century, not only includes immaterial components but identifies brain parts in which these components correlate with neural activity. What are we left with? The challenge is no (...) longer to figure out how a physical brain interacts with a nonphysical mind, but to try to unify theories of mind and theories of brain that to date do not share a single property. The challenge is enormous, but at least we can be quite clear about what its nature is, as there is no reason to be distracted by the idea of two distinct substances. In the present volume, many historical perspectives on the mind-body problem are discussed. In what follows, we follow major currents of thought regarding the mind-body problem so that it can be seen how we arrived at the modern conception that it makes sense only to talk about theory unification. (shrink)

Bernard Williams famously argued that eternal life is undesirable for a human because it would inevitably grow intolerably boring. I will argue against Williams and those who share his view. To make my case, I will provide an account of what staves off boredom in our current, earthly-mortal lives, and then I will draw on this account while advancing reasons for thinking that eternal life is desirable, given certain conditions. Though my response to Williams will partly overlap with some prior (...) responses to Williams, especially the one offered by J. M. Fischer, my response will also be distinctive in some important ways. For instance, it will be distinctive in that it will discuss the role that one’s part-whole-reality conception plays in fending off boredom, where by “one’s part-whole-reality conception” I mean “one’s conception of his or her place in the whole of reality.”. (shrink)

Some of Dave Chappelle’s uses of storytelling about seemingly mundane events, like his experiences with his “white friend Chip” and the police, are examples of what W.E.B. Du Bois calls “Positive Propaganda.” This is in contrast to “Demagoguery,” the sort of propaganda described by Jason Stanley that obstructs empathic recognition of others, and undermines reasonable debate among citizens regarding policies that matter: the justice system, welfare, inequality, and race, for example. Some of Chappelle’s humor, especially in his most recent Netflix (...) specials, but also in his earlier standup performances and his series The Chappelle Show, is akin to art that appeals to emotion in the ways suggested by Du Bois in “Criteria of Negro Art” (1926). Beauty is essential to art, but, “I do not care a damn for any art that is not used for propaganda. But I do care when propaganda is confined to one side while the other is stripped and silent” (p. 22). The “one side” is that which appears to extoll American ideals, but in reality undermines them, perpetuating the subordinate status of “the other”--black citizens. Replace “beauty” with “humor” or “funny”, and we see striking parallels between Chappelle’s socio-political performances and Du Bois’ call for positive propaganda, each of which constitute “civic rhetoric” broadly construed. We no longer live in Du Bois’ America of explicit denial of rights. In many ways our situation is worse, as the mechanisms of exclusion are implicit, difficult to dislodge, because they are invisible. Chappelles’ humor draws attention to subtle undermining-propaganda in our liberal democracy, transforming it through his counter-propaganda into the spectacle that it should be; ubiquitous democracy-denying propaganda should be as obvious to whites as it is to minorities. In his words, we should all see that “that shit is fucking incredible” (Killin’ Them Softly). (shrink)

As social and interdependent beings, we have responsibilities to each other. One of them is to recognize each other appropriately. When we fail to meet this responsibility, we often stigmatize. In this paper, I argue that the COVID-19-related stigmatization is a variation of the lack of recognition understood as an orientation to our evaluative features. Various stereotypical behaviors regarding COVID-19 become stigmatized practices because of labeling, stereotyping, separation, status loss and discrimination, and power. When people stigmatize COVID-19 victims, they orient (...) themselves to their evaluative quality of being vulnerable to the SARS-CoV-2 virus by internalizing the victims as dangerous, understanding them as separable, and being motivated to act with them differently. All this causes the COVID-19 victims to lose status and suffer discrimination for which they do not experience participatory parity in different facets of their lives, rendering the COVID-19-related stigmatization an appalling example of misrecognition. (shrink)

Ralph Cudworth’s The True Intellectual System of the Universe (1678) is credited with the first instance of the English word “consciousness” used in a distinctively philosophical sense. While Cudworth says little in the System about the nature of consciousness, he has more to say in his (largely unpublished) freewill manuscripts. I argue that, in these manuscripts, Cudworth distinguishes two kinds of consciousness, which I call “bare consciousness” and “reflective consciousness”. What both have in common is that each is a kind (...) of reflection or reflexive perception that therefore involves a “duplication” of the soul as both subject and object. While it is less clear how Cudworth takes these two kinds of consciousness to differ, I argue that the central difference for Cudworth is that, whereas bare consciousness is always directed towards individual cogitations, reflective consciousness is the kind of consciousness that the soul achieves through reflection upon itself as a whole. As a result, reflective consciousness introduces a unity into our experience that is not present at the level of bare consciousness. (shrink)