The replicability of a research claim is often positioned as an important step in establishing the credibility of scientific research. This expectation persists despite ongoing disagreements over how to characterise replication practices in various contexts. Rather than attempt to explain or resolve these disagreements, we propose that there is value in exploring the variable uses of the replicability concept. To this end, we treat the replicability concept as a goal-directed tool for studying scientific practices. This approach extends scholarship on the (...) goal-directed uses of concepts within investigative practices to explore the value of reflexively interrogating those concepts used to study the sciences as practiced. In doing so, we highlight the importance of considering how and when a given concept is an appropriate tool for a given goal when studying scientific practices. For instance, in the case of the replicability concept, our examination suggests that there is value in clarifying how a given characterisation of replicability is appropriate to a given context-specific analytic and/or evaluative goal. In addition, we hope to draw attention to how Metaresearch and HPS contexts provide complementary insights for those seeking to understand when and how replication practices can help in assessing a given research claim. (shrink)

This paper is the written version of my contribution to the International Conference «30 years Logica modernorum» held in Amsterdam in November 1997 in honor of the late prof. Lambertus M. de Rijk. Research on Oresme’s modi rerum theory was in the first stage, while now we can read the critical edition of Oresme’s Physics commentary, where modi are introduced and widely used. In this paper I shall consider Oresme’s polemical use of modi rerum, trying to set (...) it in the larger context of both his ontology and his epistemology. Oresme’s challenge to either a realist or terminist ontology by means of modi rerum conceals probably an attack to William of Ockham; Oresme refers explicitly to Ockham concerning exclusive propositions, but I think that on many other occasions the polemical target of Oresme’s criticism can be reasonably identified in William of Ockham or in some unnamed followers of the Venerabilis Inceptor. Some hints are reserved also to the possible sources of Oresme’s modi rerum. (shrink)

A short discussion of the origin of the notion of mode of subsistence in the eighteenth-century discussion and particularly in the Scottish Enlightenment and its legacy n the Marxist theory of modes of production or social economic formations.

The paper argues that it is essential for modes in Spinoza's metaphyics to both, to inhere in and to be caused by the substance.

Moral value as it was understood by Nicolai Hartmann and by Max Scheler belongs uniquely to volitions or willings, to dispositions to will and to persons as beings capable of willing. Moreover, as understood in this paper as well as by Hartmann, Scheler, and Husserl, every volition necessarily involves if not actual valuings then reference to retained valuings and potential valuings as well as to cognitive mental phenomena. As used here, the terms 'volition' and 'willing' denote mental traits, such as (...) lived experiences and habits insofar as they either do or can occur actively. A trait of a mind or "monad" can have moral value — in contrast to utility, for example — only (would belong) insofar as it is or can be or could have been engaged in and so performed by the person or ego to whose mind the trait belongs . The classification of lived experiences as voluntary or not voluntary cuts across the three-fold classification of mental processes as cognitive, affective, or conative. This seems to be the most appropriate way of distinguishing the voluntary from the involuntary. Voluntary mental phenomena are characterized by the engagement of the ego in some lived experience occurring in the flux of its lived experiences, i.e., by taking position. " within the text below by numbers. End notes are referred to within square brackets [] linked to the notes and these link back to the text loci. Text printed in sepia has been emended. The brief passage in the text that occurs in angle brackets and in the same color as this introductory note has been added to state more pointedly an important issue>. (shrink)

La prima cosa che dobbiamo tenere a mente è che quando diciamo che la Cina dice questo o la Cina lo fa, non stiamo parlando del popolo cinese, ma dei Sociopatici che controllano il Partito Comunista Cinese CCP, cioè i Sette Killer Seriali Senile (SSSSK) del Comitato permanente del PCC o dei 25 membri del Politburo ecc. I piani del CCP per la terza guerra mondiale e il dominio totale sono strutturati abbastanza chiaramente nelle pubblicazioni e nei discorsi govt cinesi (...) e questo è il "sogno di Cina" di Xi Jinping. È un sogno solo per la piccola minoranza (forse da poche decine a poche centinaia) che governa la Cina e un incubo per tutti gli altri (tra cui 1,4 miliardi di cinesi). I 10 miliardi di dollari all'anno che si stima spendano in propaganda in tutto il mondo permette loro o i loro burattini di possedere o controllare giornali, riviste, canali televisivi e radiofonici e di inserire notizie false nella maggior parte dei principali media ovunque decine o centinaia di migliaia di volte ogni giorno. They hanno un esercito (forse milioni di persone) che oltre alla censura totale e immediata di tutti i media all'interno della Cina, troll tutti i media del mondo, mettendo più propaganda e annegando legittimo commento (l'esercito 50 centesimi). Oltre a spogliarerd il terzo mondo di risorse, una spinta importante della multi-trilionaria Belt and Road Initiative sta costruendo basi militari in tutto il mondo. Stanno costringendo il mondo libero in una massiccia corsa agli armamenti ad alta tecnologia che fa sembrare la guerra fredda con l'Unione Sovietica un picnic. Anche se la SSSSK, e il resto dell'esercito mondiale, stanno spendendo enormi somme su hardware avanzato, è altamente probabile che WW3 (o gli impegni più piccoli che portano ad esso) sarà software dominato. Non è fuori questione che la SSSSK, con probabilmente più hacker (programmatori) che lavorano per loro allora tutto il resto del mondo combinato, vincerà WW3 con minimo conflitto fisico, solo paralizzando i loro nemici tramite la rete. Niente satelliti, niente telefoni, niente comunicazioni, niente transazioni finanziarie, niente rete elettrica, niente internet, niente armi avanzate, niente veicoli, treni, navi o aerei. Ci sono solo due percorsi principali per rimuovere il PCC, liberare 1,4 miliardi di prigionieri cinesi e porre fine alla marcia folle per la terza guerra mondiale. Quello pacifico è quello di lanciare una guerra commerciale a tutto campo per devastare l'economia cinese fino a quando i militari si stancano e si avvia il PCC. Un'alternativa alla chiusura dell'economia cinese è una guerra limitata, come uno sciopero mirato di conlsi 50 droni termobarici sul 20congresso del PCC, quando tutti i membri migliori sono in un unico posto, ma che non avrà luogo fino al 2022 in modo da poter colpire la riunione plenaria annuale. I cinesi sarebbero stati informati, come è avvenuto l'attacco, che devono deporre le armi e prepararsi a tenere un'elezione democratica o essere inglobito nell'età della pietra. L'altra alternativa è un attacco nucleare a tutto campo. Il confronto militare è inevitabile, visto l'attuale corso del PCC. Accadrà probabilmente sulle isole del Mar Cinese Meridionale o Taiwan entro pochi decenni, ma man mano che stabiliscono basi militari in tutto il mondo potrebbe accadere ovunque (vedi il libro Tigre accovacciata ecc.). I futuri conflitti avranno aspetti hardkill e softkill con gli obiettivi dichiarati del PCC per enfatizzare la guerra informatica hackerando e paralizzando i sistemi di controllo di tutte le comunicazioni militari e industriali, attrezzature, centrali elettriche, satelliti, internet, banche e qualsiasi dispositivo o veicolo collegato alla rete. La SSSSK sta lentamente schierando una serie mondiale di sub o droni di superficie e subacquei con equipaggio e autonomi in grado di lanciare armi convenzionali o nucleari che possono rimanere domeggiati in attesa di un segnale dalla Cina o addirittura alla ricerca della firma di navi o aerei statunitensi. Mentre distruggevano i nostri satelliti, eliminando così la comunicazione tra gli Stati Uniti e le nostre forze in tutto il mondo, useranno i loro, insieme ai droni per colpire e distruggere le nostre forze navali attualmente superiori. Naturalmente, tutto questo è sempre più fatto automaticamente dall'IA. Di gran lunga il più grande alleato del PCC è il partito democratico degli Stati Uniti. La scelta è quella di fermare il PCC ora o guardare come estendere la prigione cinese su tutto il mondo. Naturalmente, la sorveglianza universale e la digitalizzazione delle nostre vite è inevitabile ovunque. Chi non la pensa così è profondamente fuori contatto. Naturalmente, è l'optinebbie che si aspettano che i sociopatici cinesi a governare il mondo, mentre i pessimisti (che si vedono come realisti) si aspettano AI (Intelligenza Artificiale, o come lo chiamo it Imbecility artificiale o Unalien follia) a prendere il sopravvento, forse non appena 2030. Coloro che sono interessati a ulteriori dettagli sul percorso folle della società moderna possono consultare le mie altre opere come Suicide by Democracy-an Obituary for America and the World 4th Edition 2020 e Suicidal Utopian Delusions in the 21st Century: Philosophy, Human Nature and the Collapse of Civilization 5th ed (2020) . (shrink)

Differenti sono i modi di conoscere che sono emersi nel corso della storia umana. Ian Hacking ha proposto una nozione, quella di "stile di pensiero" ("style of reasoning"), che fornisce un modello per caratterizzarli ed esaminare la loro genesi e il loro sviluppo. L'articolo mette in luce alcune implicazioni di questa nozione concernenti l'evoluzione del nostro sapere.

Non possiamo immaginare un mondo senza le nostre tecnologie e i nostri strumenti. In molti modi, le nostre tecnologie sono ciò che ci definisce come esseri umani, separandoci dal resto del regno animale. Tuttavia, pensare alle nostre tecnologie come semplici strumenti, strumenti che possono essere usati nel bene o nel male, ci rende vulnerabili agli effetti sistemici e duraturi che le tecnologie hanno sulla nostra società, sui comportamenti, e sulle generazioni future. Oggetti Buoni esplora come le tecnologie incarnano i (...) valori dei loro creatori. Prendendo questo approccio unico per guardare alle nostre importanti tecnologie, questa è la prima monografia in Italiano che esplora come le tecnologie siano sensibili al valore, dimostrando come possiamo orientare il nostro futuro attraverso un design intelligente ed etico. Piuttosto che aspettare il futuro, Oggetti Buoni ci mostra come possiamo progettare il nostro futuro per i valori che riteniamo più importanti. (shrink)

Cajetan’s analogy theory is usually evaluated in terms of its fidelity to the teachings of Aquinas. But what if Cajetan was trying to answer questions Aquinas himself did not raise, and so could not help to answer? Cajetan’s De Nominum Analogia can be interpreted as intending to solve a particular semantic problem: to characterize the unity of the analogical concept, so as to defend the possibility of a non-univocal term’s mediating syllogistic reasoning. Aquinas offers various semantic characterizations of analogy, saying (...) it involves, for instance: signification per prius et posterius; or a ratio propria which is only found in one analogate; or diverse modi significandi with a common res significata. Examined in turn, it is clear that none of Aquinas’s rules for analogy solve the semantic problem described. Cajetan thus cannot be reasonably expected to have intended his analogy treatise primarily as an interpretation or systematization of Aquinas’s teaching on analogy. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 6 ottobre 2021. Il ragionamento dello scienziato e quello del mistico paiono essere agli antipodi. Seguendo un noto paragone di Badcock, lo scienziato tende a ipomentalizzare (interpreta come un meccanismo anche ciò che ha esprienze soggettive), il mistico a ipermentalizzare (assegna una volontà anche a ciò che non ha una mente). Eppure, in alcuni personaggi famosi, questi due diversi modi di pensare si fondono, rivelando una possibile unità tra i due modi di (...) vedere il mondo. Badcock immagina che Newton tendesse prima a ipermentalizzare (da cui la grande creatività) e poi a ipomentalizzare (per riportare i sogni entro i limiti della razionalità). Io propongo l'ipotesi che certi scienziati-mistici come Swedenborg attuassero un processo opposto, prima ipomentalizzando, e poi ipermentalizzando. (shrink)

Nel 1956, in piena guerra fredda, una conferenza di scienziati al Dartmouth College negli Stati Uniti annunciò il lancio di un audace progetto scientifico, l’Intelligenza Artificiale (I.A.). Dopo l’iniziale fallimento degli sforzi della “Hard AI” di produrre un’intelligenza simile a quella umana, alla fine del XX secolo è emerso il movimento della “Soft AI”. Invece di essere orientato a imitare il comportamento umano in relazione a compiti specifici, ha preferito cercare modi alternativi di eseguire i compiti basati sulle particolari (...) funzioni e strutture della macchina. Il fattore decisivo è stata la combinazione della tecnologia di apprendimento automatico con le comunicazioni digitali online, l’incontro tra l’IA e Internet. Le applicazioni dell’IA “soft” sono quelle che vediamo nel mondo dei dispositivi automatici “intelligenti” che informano la nostra vita sociale digitale. Nel seguente articolo mi concentrerò su una particolare applicazione dell’IA per le discussioni online con utenti umani, ChatGPT, per mostrare le implicazioni della tecnologia digitale online nelle modalità storico-sociali dell’esistenza umana. ChatGPT è un’applicazione che combina l’IA con Internet, le possibilità della corrispondenza tra macchine e le potenzialità della tele-comunicazione umana. Il mio approccio si concentra sulle implicazioni fenomenologiche e storico-sociali della proliferazione della tecnologia AI per quanto riguarda la coscienza e la socialità umana. -/- Abstract (english) -/- In 1956, amidst the Cold War, a conference of scientists at Dartmouth College in the United States announced the launch of a bold, scientific project, Artificial Intelligence (A.I.). After the initial failure of “Hard AI” efforts to produce a human-like intelligence, the “Soft AI” movement emerged in the late 20th century. Instead of being oriented towards imitating human behaviour concerning specific tasks, it preferred to seek alternative ways of performing tasks based on the particular functions and structures of the machine. The decisive factor was the combination of Machine Learning technology with Digital Online Communications, the meeting between AI and the Internet. The applications of “Soft” AI are those we see in the world of “smart”, “intelligent” automatic devices that inform our digital social life. In the following article, I will focus on a particular application of AI for online discussions with human users, ChatGPT, in order to show the implications of online digital technology in the social-historical modalities of human existence. ChatGPT is an application that combines AI with the Internet, the possibilities of Machine correspondence with the potentialities of human telecommunications. My approach focuses on the phenomenological and social-historical implications of the proliferation of AI technology as regards human consciousness and sociality. (shrink)

La concepción cusana de la possibilitas / materia (posibilidad / materia) está directamente ligada con la doctrina de los modos de ser (modi essendi) sobre los que el Cusano se explaya, con diversos grados de profundidad, en varias de sus obras, entre las que se cuenta De docta ignorantia (1440), De conjecturis (1440), De Mente (1450), De venatione sapientiae (1462) y De ludo globi (1463). A lo largo de esas obras Nicolás de Cusa aborda dos aspectos centrales de la (...) posibilidad / materia, estrechamente relacionados entre sí: el aspecto ontológico y el aspecto gnoseológico. En la primera sección de este artículo expondremos la caracterización ontológica de la posibilidad / materia en el marco de los distintos modos de ser. En la segunda sección nos dedicaremos a desarrollar las perspectivas de Cusa acerca del conocimiento del modo de ser de la posibilidad o materia . (shrink)

Qual è il rapporto tra la mente cosciente e la natura? A tale questione fondamentale si può rispondere in modi molto diversi, a seconda di come si concepiscono sia la mente che la natura. Questo lavoro offre una risposta originale, integrando la fenomenologia husserliana e la concezione enattiva all’interno di una prospettiva unitaria chiamata fenomenologia enattiva. Nel percorso qui sviluppato, il lettore troverà un’analisi ricca e aggiornata di alcune tra le questioni più dibattute nella filosofia della mente e nelle (...) scienze cognitive contemporanee: il “problema difficile” della coscienza e il suo rapporto con l’intenzionalità, lo statuto epistemologico e ontologico delle qualità sensibili, la filosofia del colore, il dibattito sulla cognizione incorporata (embodiment) e l’approccio fenomenologico allo studio del mentale. L’autore sviluppa infine una proposta generale che si articola in una metafisica monistico-neutrale, processuale e relazionale della natura e della coscienza. (shrink)

The precautionary principle in public decision making concerns situations where following an assessment of the available scientific information, there are reasonable grounds for concern for the possibility of adverse effects on the environment or human health, but scientific uncertainty persists. In such cases provisional risk management measures may be adopted, without having to wait until the reality and seriousness of those adverse effects become fully apparent. This is the definition of the precautionary principle as operationalized under EU law. The precautionary (...) principle is a deliberative principle. Its application involves deliberation on a range of normative dimensions which need to be taken into account while making the principle operational in the public policy context. Under EU law, any risk management measures to be adopted while implementing the precautionary principle, have to be proportionate to ensure the chosen high level of protection in the European Community. This articlewill illustrate the established practice concerning the release of genetically modified organisms into the environment and how the principle is implemented under hard law. The article also provides an outlook on what this may imply for the relative new case of nanotechnology and the use of precautionary principle within the context of soft law (use of codes of conduct). (shrink)

In questo lavoro si presenta un nuovo esperimento mentale che solleva un particolare problema per quello che possiamo chiamare “fisicalismo minimale” in filosofia della mente. In particolare si argomenta che il fisicalismo minimale o i) non è in grado di fornirne un resoconto adeguato dell’esperimento mentale presentato, o ii) viene costretto a fornire un resoconto che è fortemente in contrasto con la nostra immagine scientifica del mondo. Il problema sollevato è un particolare esempio di quelli che Chalmers (1996) definisce hard (...) problems in filosofia della mente. Questa è la struttura del lavoro. Nella sezione 2. si presenta l’esperimento mentale, che chiameremo di Shem-Shaun1. Nella sezione 3. illustriamo il nostro argomento principale contro il fisicalismo minimale a partire dall’esperimento mentale della sezione precedente. Nella sezione conclusiva si discutono diversi modi di controbattere all’argomento principale e le sue conseguenze per il fisicalismo. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 13 aprile 2022. Le opere d'arte sono analizzabili semioticamente: sono qualcosa che sta per qualcos'altro, oggetti che comunicano del significato. Analizzando le loro proprietà, concludo che le opere d'arte, per definizione, sono a metà via tra le icone e i simboli, e sono caratterizzate da un doppio rimando: l'oggetto artistico rimanda ad una qualche entità, che a sua volta viene reinterpreata e usata per comunicare qualcosa di universale. Si discute quindi l'aspetto cognitivo dell'opera d'arte: (...) posto davanti all'opera, il fruitore accede a reti di concetti che costituiscono la sua esperienza estetica. Poiché quali reti di concetti il fruitore esperirà dipende essenzialmente dalle caratteristiche proprie del fruitore stesso, ne consegue che la critica dovrebbe concentrarsi, non sulle caratteristiche delle opere, ma sui modi in cui tali caratteristiche possono interagire con diverse tipologie di fruitori. (shrink)

Le parole “metafisica” e “ontologia” si dicono in molti modi diversi nella filosofia del XX secolo, tanto all’interno della filosofia analitica quanto altrove. Sono spesso usate per parlare della teoria o dell’analisi di ciò che c’è, delle specie principali di ciò che c’è e dei loro rapporti. Ma i positivisti viennesi, per esempio, chiamavano “metafisiche” le filosofie che non amavano (Carnap, 1985; Campbell, 1976, cap. 2); e se Quine parla dell’impegno ontologico o ontico di una teoria, non intende con (...) ciò un qualsivoglia impegno metafisico o esistenziale. (shrink)

the purpose of this paper is to o er a logico‐philosophical critical overview of the theory of multiple realities (tWr). the paper is divided into three sections. In the rst section I present a brief history of the development of some ideas, which combined together form the conceptual amework of the theory in question, whose main thesis is that there is more than one reality. In the second part I present (and try to address) some interpretations of tWr, which can (...) be described as: ontological; epistemological; esthetical; logical ad mixed interpretations. When do‐ ing so, a special emphasis is laid on the presentation of an explication of tWr based on theory of models, an explication authored by teresa Kostyrko. this explication rests on a conditional recognition of the particular ‘realities’ of Chwistek’s theory as proper models (i.e. those, which ful ll the condition of the identity of meaning of theory’s fundamental notions) of the theories of reality, with the provision that such models are indeed constructible. In the last section of my paper I propose a preliminary appraisal of the tWr as well as a way to reengineer this theory in order to avoid some of its di culties. By appealing to Kostyrko’s idea on one hand and the spirit Quinean ontological relativism on the other, I wish to argue as follows: ‘reality’ is the name of the set comprising all meanings of the term ‘reality’; under particular conditions these meanings can be arranged in a theory, which posseses a proper model (scienti c discourse, some forms of the common talk); model proper designate by de nition classes of objects, which we regard as existent on the grounds of a given theory. the above set of theses forms the core of a concept, which I propose to call the ‘manifold reality’ in order to di erentiate it om tWr, the development of which theory it is, as well as its modi cation towards a new kind of ontology. (shrink)

With the linguistic turn came an ever-increasing tendency to see language as the locus where truths are born, passed along, or modified. As such, postmodern theories have proved highly compatible with postcolonial studies, which have inspired studies of modern Iran as a country that was colonized, only not officially. However, the latter seem to have fallen for extreme abstraction where metaphysical claims abound: presuming constructivist views of language but failing to present a tangible framework, these studies discuss “discursive change” without (...) giving a clue as to what either discourse or change is. Convinced as such, we have adopted Wittgenstein’s idea of language-games to present a tangible model for discursive change. (shrink)

Im diesem Aufsatz nehme ich die Popularität des Verantwortungsbegriffs in der Alltagssprache zum Anlass, um seinem Verhältnis zum Pflichtbegriff auf den Grund zu gehen. Dabei unterziehe ich den Verantwortungsbegriff zunächst einer allgemeinen Analyse. Anschließend diskutiere ich in Gestalt von Indeterminismus, Amoralismus und Interaktionismus drei Modi der missbräuchlichen Verwendung dieses Begriffs. Dabei handelt es sich jedoch bei genauerer Betrachtung um allgemeine rhetorische Verschleierungsstrategien, die nicht an die Verwendung des Verantwortungsbegriffs gebunden sind, sondern in der kommunikativen Bezugnahme auf moralische Forderungen generell (...) auftreten können. Dies verdeutlicht auch die anschließende Analyse des Pflichtbegriffs, der einige grundlegende Ähnlichkeiten zum Verantwortungsbegriff aufweist. Ex negativo zeigt sich so jedoch, wie ein nicht missbräuchlicher Rekurs auf beide philosophischen Grundbegriffe möglich ist. Darüber hinaus werden auch die Unterschiede dieser Termini deutlich. Der Pflichtbegriff ist trotz einiger wesentlicher Gemeinsamkeiten weniger vielseitig als der Verantwortungsbegriff und daher zumindest in der Auseinandersetzung mit einigen Themen der praktischen Philosophie weniger gut als Grundbegriff geeignet. Gleichwohl zeigt sich, dass die Frage „Verantwortung oder Pflicht?“ uns vor eine falsche Alternative stellt, wenn sie im ausschließenden Sinn verstanden wird. (shrink)

If a conclusion was reached that creatures without a language capability exhibit some form of a capability for logic, this would shed a new light on the relationship between logic, language, and thought. Recent experimental attempts to test whether some animals, as well as pre-linguistic human infants, are capable of exclusionary reasoning are taken to support exactly that conclusion. The paper discusses the analyses and conclusions of two such studies: Call’s (2004) two cups task, and Mody and Carey’s (2016) four (...) cups task. My paper exposes hidden assumptions within these analyses, which enable the authors to settle on the explanation which assigns logical capabilities to the participants of the studies, as opposed to the explanations which do not. The paper then demonstrates that the competing explanations of the experimental results are theoretically underdeveloped, rendering them unclear in their predictions concerning the behavior of cognitive subjects, and thus difficult to distinguish by use of experiments. Additionally, it is questioned whether the explanations are rivals at all, i.e. whether they compete to explain the cognitive processes of the same level. The contribution of the paper is conceptual. Its aim is to clear up the concepts involved in these analyses, in order to avoid oversimplified or premature conclusions about the cognitive abilities of pre- and non-linguistic creatures. It is also meant to show that the theoretical space surrounding the issues involved might be much more diverse and unknown than many of these studies imply. (shrink)

In the last decade, awareness has grown that global warming, overpopulation and the destruction of natural habitats are destroying biodiversity. The consequences of this phenomenon have also been extensively discussed in the literature, from vulnerability to natural disasters to the availability and quality of food and water resources. Less attention has been paid to another phenomenon of no less shocking significance for our lives: the loss of cultural diversity which is affecting the human sphere, including the ways of living and (...) thinking, the languages and visions of the world, the knowledge and the traditions. This essay documents this phenomenon and considers its negative effects on the preservation of the heritage of traditions and on the expansion of opportunities for innovation. -/- ABSTRACT (ITA) Nell’ultimo decennio è cresciuta la consapevolezza che il riscaldamento globale, la sovrappopolazione e la distruzione degli habitat naturali stanno distruggendo la biodiversità. Sono state anche ampiamente discusse in letteratura le conseguenze di questo fenomeno, dalla vulnerabilità ai disastri naturali, sino alla disponibilità e alla qualità delle risorse alimentari e idriche. Minore attenzione è stata riservata a un altro fenomeno di portata non meno sconvolgente per le nostre vite: la perdita di diversità culturale che riguarda la sfera umana, comprendendo i modi di vivere e di pensare, i linguaggi e le visioni del mondo, ma anche le conoscenze e le tradizioni, nonché le specificità locali. In questo articolo si documenta questo fenomeno e se ne indicano i riflessi negativi sulla conservazione del patrimonio delle tradizioni e sull’ampiamento delle opportunità di innovazione. (shrink)

In questo saggio argomento che esistono due modi di pensare i luoghi: l’uno accetta l’idea che alcuni di essi abbiano una dimensione trascendente, che per semplificare potremmo chiamare il Genius loci, ovvero il loro spirito, la loro anima; l’altro tende a svuotarli di significati che vanno al di là dell’esperienza sensibile. Chiamerò “religioso” e “profano” questi due modi di pensare: come si caratterizzano? E come definiscono l’idea di luogo? Soprattutto, quali sono le conseguenze dell’adozione dell’uno o dell’altro modo (...) di pensare? Queste sono le domande che mi pongo in questo saggio. (shrink)

Teil I »Psychologische Ästhetik für transdisziplinäres Design« -/- Kapitel I »Empirische Ästhetik – Der Konflikt zwischen leichter Verarbeitbarkeit, sparsamer Codierung und neuronaler Aktivierung im Beobachtersystem. Eine Untersuchung über das Wesen der ästhetischen Erfahrung. -/- Jede Designpraxis verlangt täglich eine Vielzahl von Entscheidungen, welche die Wahl von „Etwas vor dem Hintergrund anderer Möglichkeiten“ darstellen. Diese lassen sich als Probleme einer Präferenz-Ästhetik interpretieren, wobei innerhalb eines Repertoires von Alternativen die attraktivste gewählt wird. Eine empirische Ästhetik ist somit ein notwendiger Bestandteil von Designtheorie. (...) Die Überlegung, wer in welcher Situation warum was bevorzugt, führt zur Forschungsfrage: »Was ist der elementare Mechanismus für eine ästhetische Erfahrung?« In der Literatur zur empirischen Ästhetik finden sich vier wesentliche Theorie-Gruppen: (1.) Es wird eine Präferenz für einfach zu verarbeitende Stimuli behauptet und z.B. mit der Processing Fluency begründet. (2.) Andere Ansätze erklären eine maximale Stimulation des Beobachters durch komplexe Objekte zum Ideal, was auch die ästhetische Erfahrung maximieren soll. (3.) Eine dritte Gruppe vermeidet die Probleme der ersten beiden, indem eine mittlere Komplexität als Präferenz behauptet wird. (4.) Und schließlich gibt es Ansätze, die auf eine integrierende Theorie letztlich verzichten und einzelne Phänomene bzw. Effekte katalogisieren. Eine Liste ungelöster Probleme formuliert die Minimal-Anforderungen an eine integrierende Theorie. Hiermit wird geprüft, ob bzw. inwieweit die Integrative Ästhetik von Schwarzfischer (2008 und 2014) jene Probleme lösen kann. Dieser Ansatz schlägt spezifische Re-Codierungs-Prozesse als basalen Mechanismus jeder ästhetischen Erfahrung vor. Hierzu wird ein Prozess-Modell entwickelt, welches die Integrative Ästhetik überprüfbar macht. Bei der Modellbildung werden manche Konzepte der Integrativen Ästhetik erweitert und andere präzisiert. Auch die Anwendungsmöglichkeiten werden durch das Modell vielfältiger, da es nicht nur als Erklärungsmodell, sondern zudem als Gestaltungsmodell einsetzbar ist. Insgesamt zeigt die Überprüfung der Integrativen Ästhetik und des Modells, dass die Gütekriterien in einem vielversprechenden Maß erfüllt werden. Die grundsätzliche Quantifizierbarkeit wird aufgezeigt sowie die Relevanz und die Anwendbarkeit für das Design nachgewiesen. Die Forschungsfrage kann somit als hinreichend beantwortet gelten: »Der elementare Mechanismus für eine ästhetische Erfahrung scheint ein Re-Codierungs-Prozess zu sein (der auf der Nutzung von In­varianzen basiert), welcher extensionale Daten zu intensionalen Gestalten transformiert, wobei eine Ressourcen-Entlastung stattfindet und der Gültigkeitsbereich der Codierung erweitert wird (was nach Jean Piaget als Dezentrierung bezeichnet wird) – was jeweils durch eine ‚Beobachtung zweiter Ordnung‘ festgestellt wird.« -/- Teil II »Transdisziplinäre Ästhetik im Dialog« -/- Kapitel II.A »Profane und heroische Beobachtungs-Experimente: Kunst-Ästhetik als methodisches Artefakt.« -/- Es reicht nicht, eine Liste mit vorgeblich ‚schönen Dingen‘ zu erstellen, um ‚das Schöne‘ zu verstehen. Piaget & Garcia (1989) unterscheiden drei Stufen in jedem Erkenntnis-Prozess: 1. isolierte Fakten, die unabhängig von einander analysiert werden; 2. konkrete Transformationen, durch welche diese Fakten mit einander verbunden sind; 3. eine Struktur, die alle denkbaren Fälle konstruierbar macht. Sie nannten diese drei Stufen ‚intra‘, ‚inter‘ und ‚trans‘. Dies kann auf das ‚höhere Erkenntnisvermögen‘ angewandt werden wie auf das ‚niedere‘. Wissenschaftlichkeit setzt nach Popper die Falsifizierbarkeit einer Theorie voraus – und damit Prognosefähigkeit. Prognosen müssen über den Bereich der bereits bekannten Fälle hinausgehen, und finden sich folglich primär in der Piaget-Phase ‚trans‘. Diese ist davon gekennzeichnet, dass es über die Gegenstände hinausgeht (‚trans-objekt‘). Zu häufig werden Artefakte nur beschrieben (‚intra-objekt‘) oder einzelne, zufällig bekannte Transformationen von Material in Artefakte bzw. von Artefakt in Verständnis aufgezählt (‚inter-objekt‘). Erst eine ‚Integrative Ästhetik‘ jenseits von zufälligen Semantiken, jenseits von sozialen Exklusions-Rhetoriken der Künstler und der ‚Leisure-Class-Eliten‘ (nach Veblen) und jenseits der Hierarchisierung von Wahrnehmungs-Modi kann den Anspruch einlösen (‚trans-objekt‘). Daraus folgen u.a. separierbare Semantiken spezifischem Maßstabs, die sich überhaupt erst dann z.B. als ‚konventionelle Kunst-Auffassung‘ beobachten lassen. Zentrierungen auf solche Semantiken können demnach „als Kunst missverstanden werden“ – obwohl sie keineswegs das allgemeine Prinzip repräsentieren, sondern stets nur Spezial­fall bleiben. -/- Kapitel II.B »Das Gehirn als Hypothesenmaschine – Ästhetische Prozesse als Selbst-Test im Beobachter-System.« -/- Die historische Trennung zwischen Techne, Poiesis und Aisthesis scheint nach der „konstruktivistischen Wende“ obsolet geworden zu sein. Jede Beobachtung kann als Handlung betrachtet werden und setzt adaptive Aspekte schon voraus. Jedoch fehlte bislang eine tragfähige konstruktivistische Ästhetik, deren Gültigkeitsbereich hinreichend groß ist: So ist die Beschränkung auf Kunst ebenso unnötig wie jene auf Kommunikation in sozialen Systemen (also auf „Kunst-Diskurse“) oder auf eine Produktions-, Werk- bzw. Rezeptions-Ästhetik. Die definitorische Auflösung des Kunst-Begriffes (z.B. bei Gernot Böhme) löst diese Schwierigkeiten nicht. Im Wesentlichen bleibt die resultierende phänomenologische Ästhetik eine Rezeptions-Ästhetik. Ähnlich begrenzt bleibt der Anwendungsbereich der Informations-Ästhetik mit kybernetischen Wurzeln. Auch die Einbettung in eine evolutionäre Ästhetik oder Neuroästhetik scheint problematisch. Daher muss eine „Integrative Ästhetik“ sehr unterschiedliche Sichtweisen in sich vereinigen. Inzwischen klassisch zu nennende kybernetische, systemtheoretische oder informations-ästhetische Ansätze verwenden meist die Logik einer Bottom-Up-Verarbeitung (Input-Processing-Output), wie sie auch die kognitive Psychologie der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts dominierte. Dass laut Schlicht et al. (2013: S.475) selbst im visuellen Kortex nur ca. 5% der neuronalen Verknüpfungen bottom-up verschaltet sind (und der „Rest” von 95% top-down oder lateral arbeitet), stellt auch die empirische Ästhetik vor Probleme. Dieser Beitrag stellt jene Integrative Ästhetik vor, welche diese Antworten auf diese Fragen zu geben vermag – und den genannten Beschränkungen nicht unterliegt. Der elementare Prozess einer ästhetischen Erfahrung besteht hier in einer Re-Codierung von extensionalen Daten zu intensionalen Codierungen. Durch die sparsamere Codierung stellt dies eine erhebliche neuronale Entlastung dar und erhöht zudem beträchtlich den Gültigkeitsbereich des Codierten. Vom Beobachter-System wird dies subjektiv als Dezentrierung (nach Piaget) positiv erlebt. Zentral ist, dass es nun mit einem einheitlichen methodischen Rahmen möglich ist, entweder bottom-up die Wahrnehmung zu analysieren oder top-down die subjektive Motivation (z.B. die erlebte Autonomie oder die erlebte Entlastung) des Akteurs zu thematisieren. Die Richtung der Prozesse wird umkehrbar. Zudem wird die konstruktivistische Wahrnehmungs-Handlung zu einer Art von Selbst-Test des Wahrnehmungs-Systems: „Funktioniere ich sensorisch und kognitiv überhaupt? Funktioniere ich korrekt, also konsistent? Und, funktioniere ich effizient?“ -/- Kapitel II.C »Beobachtende Systeme – Dezentrierende Gestalt-Integration als Basis einer Ästhetik des Alltags.« -/- An der ästhetischen Erfahrung irritiert traditionell, dass der Effekt bekannt ist, nicht aber die Ursachen und der funktionale Mechanismus. Dies leistete Mystifikationen Vorschub, was zu diversen metaphysischen Kunst-Ästhetiken führte: Der Künstler als Schamane oder Magier. Dieser Beitrag möchte dagegen einen systemsemiotischen Ansatz für eine empirische Ästhetik vorstellen. Die aktive Rolle des Beobachters im Wirkungszusammenhang soll den Blinden Fleck erhellen, aufgrund dessen sich das Phantom eines passiven Rezipienten und „quasi-aktiver“ ästhetischer Objekte so hartnäckig halten konnte. Ausgehend von gestalttheoretischen Überlegungen wird Gestalt als implizite, algorithmische Codierung begriffen. Neuere empirische Ergebnisse der „Neuro-Ökonomie“ postulieren einen Effekt der „kortikalen Entlastung“ (bei der Forschung nach der Wirkung von Marken). Der hier vertretene Ansatz verknüpft nun beide Aspekte und glaubt, daraus eine konsistente Theorie für die empirische Ästhetik des Alltags entwickeln zu können. Es muss jedoch ein weiterer Aspekt hinzu genommen werden, den Piaget „Dezentrierung“ nennt. Ästhetische Erfahrung wird dann definierbar als das Erlebnis eines Umcodierungs-Prozesses – oder genauer: als das Erlebnis einer dezentrierenden Gestalt-Integration durch das beobachtende System. Sowohl beobachtende Systeme als auch Gestalt-Integrationen sind in unserem Ansatz als multiple zu denken. Eine semiotische Differenzierung ist nun entscheidend: Die herkömmliche Informations-Ästhetik thematisierte nur die syntaktischen Aspekte des Stimulus, ohne den Beobachter in seiner aktiven Rolle zu begreifen. Gestalt-Integrationen samt deren dezentrierender Wirkung sind jedoch auch in semantischer und pragmatischer Hinsicht zu finden. Diese werden im Beitrag dargelegt. Denn erst so kann die Vielschichtigkeit ästhetischer Erfahrungen erklärt werden, wo z.B. syntaktische und pragmatische Aspekte konkurrieren können. Auch vordergründig destruktive Akte und Artefakte sind dann als Gestalt-Integrationen anderer Dimensionen oder differierender Bezugssysteme begreifbar. (Dies streift etwa auch Fragen der Ressourcen-Allokation.) Zudem muss die Kontingenz von Beobachtungs-Maßstäben, Wahrnehmungs-Modi, Struktur-Determinanten (des beobachtenden Systems) und kultur-semiotischen Prägungen mit in Betracht gezogen werden. Erst hierdurch wird der Möglichkeitsraum potenzieller Gestalt-Integrationen (der eigentlich aus einem präsentationalen und einem repräsentationalen Raum besteht) prinzipiell beschreibbar. Wenn auch die Probleme bzw. Grenzen der praktischen Durchführbarkeit entsprechender Analysen nicht unterschlagen werden sollen: Die Möglichkeiten entsprechen gut den Erfordernissen zur ästhetischen Analyse des menschlichen Alltages – schließen die Lebenswelten von nicht-anthropozentrischen Seinsformen aber wohl methodisch aus. Dieser Beitrag möchte ich primär eine empirische Ästhetik zur Diskussion stellen, die mir als Rahmen für die weitere Forschung sehr leistungsfähig erscheint. Und doch ist nichts weniger als ein theoriebildender Ansatz das Vorhaben. Eine der Konsequenzen aus diesem Ansatz ist die These, dass es sich bei Kants Diktum vom „interesselosen Wohlgefallen“ zwar für das Individuum um ein Apriori handelt, bei der Gattung Mensch jedoch evolutionär um ein Aposteriori. (shrink)

This fifth volume on Advances and Applications of DSmT for Information Fusion collects theoretical and applied contributions of researchers working in different fields of applications and in mathematics, and is available in open-access. The collected contributions of this volume have either been published or presented after disseminating the fourth volume in 2015 in international conferences, seminars, workshops and journals, or they are new. The contributions of each part of this volume are chronologically ordered. First Part of this book presents some (...) theoretical advances on DSmT, dealing mainly with modified Proportional Conflict Redistribution Rules (PCR) of combination with degree of intersection, coarsening techniques, interval calculus for PCR thanks to set inversion via interval analysis (SIVIA), rough set classifiers, canonical decomposition of dichotomous belief functions, fast PCR fusion, fast inter-criteria analysis with PCR, and improved PCR5 and PCR6 rules preserving the (quasi-)neutrality of (quasi-)vacuous belief assignment in the fusion of sources of evidence with their Matlab codes. Because more applications of DSmT have emerged in the past years since the apparition of the fourth book of DSmT in 2015, the second part of this volume is about selected applications of DSmT mainly in building change detection, object recognition, quality of data association in tracking, perception in robotics, risk assessment for torrent protection and multi-criteria decision-making, multi-modal image fusion, coarsening techniques, recommender system, levee characterization and assessment, human heading perception, trust assessment, robotics, biometrics, failure detection, GPS systems, inter-criteria analysis, group decision, human activity recognition, storm prediction, data association for autonomous vehicles, identification of maritime vessels, fusion of support vector machines (SVM), Silx-Furtif RUST code library for information fusion including PCR rules, and network for ship classification. Finally, the third part presents interesting contributions related to belief functions in general published or presented along the years since 2015. These contributions are related with decision-making under uncertainty, belief approximations, probability transformations, new distances between belief functions, non-classical multi-criteria decision-making problems with belief functions, generalization of Bayes theorem, image processing, data association, entropy and cross-entropy measures, fuzzy evidence numbers, negator of belief mass, human activity recognition, information fusion for breast cancer therapy, imbalanced data classification, and hybrid techniques mixing deep learning with belief functions as well. (shrink)

Questo non è un libro perfetto, ma è unico, e se scorri le prime 400 pagine o giù di lì, le ultime 300 (circa 700) sono un buon tentativo di applicare ciò che è noto sul comportamento ai cambiamenti sociali nella violenza e nelle maniere nel tempo. L'argomento di base è: come fa la nostra genetica a controllare e limitare il cambiamento sociale? Sorprendentemente non riesce a descrivere la natura della selezione dei parenti (idoneità inclusiva) che spiega gran parte della (...) vita sociale animale e umana. Egli manca anche (come quasi tutti) manca di un quadro chiaro per descrivere la struttura logica della razionalità (termine preferito di John Searle) che preferisco chiamare la Psicologia descrittiva del Pensiero dell'Ordine Superiore (DPHOT). Avrebbe dovuto dire qualcosa sui molti altri modi di abusare e sfruttare le persone e il pianeta, dal momento che questi sono ora molto più gravi da rendere quasi irrilevanti altre forme di violenza. Estendere il concetto di violenza per includere leconseguenze globali a lungoterminedella replicazione dei geni diqualcuno, e avere una comprensione della natura di come funziona l'evoluzione (cioè la selezione dei parenti) fornirà una prospettiva molto diversa sulla storia, gli eventi attuali e come le cose probabilmente andranno nei prossimi centinaia di anni. Si potrebbe iniziare notando che la diminuzione della violenza fisica nel corso della storia è stata abbinata (e resa possibile) dallo stupro spietato in costante aumento del pianeta (cioè dalla distruzione del futuro del proprio discendente).’ Pinker (come la maggior parte delle persone) è spesso distratto dalle superficialità della cultura quando è la biologia che conta. Guarda le mie recenti recensioni di Wilson 'The Social Conquest of Earth' e 'SuperCooperators' di Nowak e Highfield qui e in rete per un breve riassunto della vacuità del 'vero altruismo'(selezione di gruppo), e l'operazione di selezione dei parenti e l'inutilità e la superficialità di descrivere il comportamento in termini culturali. Questo è il classico problema della natura/nutrimento e la natura vince nutrita --infinitamente. Ciò che conta veramente è la violenza fatta sulla terra dall'incessante aumento della popolazione e della distruzione delle risorse (a causa della medicina e della tecnologia e della repressione dei conflitti da parte della polizia e dei militari). Circa 200.000 persone in più al giorno (un altro Las Vegas ogni 10 giorni, un'altra Los Angeles ogni mese), le 6 tonnellate o giù di lì di pisolino che vanno in mare / persona / anno – circa l'1% del totale del mondo che scompare ogni anno, ecc. significa che se qualche miracolo accadrà la biosfera e la civiltà crollerà in gran parte durante i prossimi due secoli, e ci sarà fame, violenza e violenza di ogni tipo su scala impressionante. Le maniere, le opinioni e le tendenze delle persone a commettere atti violenti non hanno alcuna importanza a meno che non possano fare qualcosa per evitare questa catastrofe, e non vedo come ciò accadrà. Non c'è spazio per gli argomenti, e nessun punto sia (sì io sono un fatalista), quindi mi limiterò a fare alcuni commenti come se fossero fatti. Non immaginate di avere un'informazione personale nel promuovere un gruppo a spese degli altri. Io sono 78, nonhanno discendenti e non hanno parenti stretti e non si identificano con alcun gruppo politico, nazionale o religioso e considerano quelli a cui appartengo di default come ripugnanti come tutti gli altri. I genitori sono i peggiori nemici della vita sulla Terra e, tenendo la vista generale delle cose, le donne sono violente come gli uomini se si considera il fatto che la violenza delle donne (come la maggior parte di quella fatta dagli uomini) è in gran parte fatta al rallentatore, a distanza nel tempo e nello spazio e per lo più effettuata per procura dai loro discendenti e dagli uomini. Sempre più spesso, le donne portano figli indipendentemente dal fatto che abbiano un compagno e l'effetto di impedire a una donna di riprodursi è in media molto maggiore dell'arresto di un uomo, poiché sono il collo di bottiglia riproduttivo. Si può ritenere che le persone e la loro prole meritino riccamente qualsiasi miseria arrivi la loro strada e (con rare eccezioni) i ricchi e famosi sono i peggiori trasgressori. Meryl Streep o Bill Gates o J.K Rowling e ognuno dei loro figli può distruggere 50 tonnellate di suolo ogni anno per generazioni nel futuro, mentre un contadino indiano e il suo possono distruggere 1 tonnellata. Se qualcuno nega che va bene, e ai loro discendenti dico "Benvenuti all'inferno sulla Terra" (WTHOE). Oggi l'accento è sempre posto sui diritti dell'uomo, ma è chiaro che se si vuole che la civiltà abbia una possibilità, le responsabilità umane devono sostituire i diritti umani. Nessuno ottiene diritti senza essere un cittadino responsabile e la prima cosa che ciò significa è ladistruzione ambientalemi nimal. La responsabilità più fondamentale non è quella dei bambini a meno che la vostra società non vi chieda di produrli. Una società o un mondo che permette alle persone di allevare a caso sarà sempre sfruttato dai geni egoisti fino a quando non crolla (o raggiunge un punto in cui la vita è così orribile che non vale la pena di vivere). Se la società continua a mantenerei diritti umani come primari, ai loro discendenti si può dire con fiducia "WTHOE". Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'Talking Monkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019) . (shrink)

Con il termine psicoterapia è d'uso riferirsi al trattamento del "disagio" mentale attraverso mezzi psichici, ma l'ovvietà "tautologica" della definizione tende a svanire se si affronta un esame più approfondito dei termini "psiche", "mezzi psichici" e "disagio mentale". Una definizione non può in linea generale che assumere un significato ed un valore limitato nel tempo e nello spazio, ma il sostanziale polimorfismo teorico, metodologico, tecnico e linguistico che contraddistingue la psicoterapia ne rende ancora più ardua una chiara ed univoca definizione. (...) Vi è un sostanziale accordo, che però lascia inalterati i problemi sottostanti, su definizioni che sono sulla stessa linea di quelle ad esempio di Wolberg o di Frank. Wolberg(1) parla di: «trattamento, con mezzi psicologici, di problemi di natura psichica, in cui una persona appositamente qualificata stabilisce deliberatamente una relazione professionale con il paziente con lo scopo di rimuovere, di modificare e di attenuare i sintomi esistenti, di mediare modi di comportamento disturbato e di promuovere la crescita e lo sviluppo positivo della personalità». (shrink)

Dopo mezzo secolo di oblio, la natura della coscienza è ora l'argomento più caldo nelle scienze comportamentali e nella filosofia. A partire dal lavoro pionieristico di Ludwig Wittgenstein negli anni '30 (i libri blu e brown) e dagli anni '50 ad oggi dal suo logico successore John Searle, ho creato la seguente tabella come euristica per promuovere questo studio. Le righe mostrano vari aspetti o modi di studio e le colonne mostrano i processi involontari e i comportamenti volontari che (...) comprendono i due sistemi (processi duali) della struttura logica della coscienza (LSC), che possono anche essere considerati come la struttura logica della razionalità (LSR-Searle), del comportamento (LSB), della personalità (LSP), della realtà (LSOR), dell'intenzionalità (LSI) -il termine filosofico, filosofico la Psicologia Descrittiva della Coscienza (DPC) , la Psicologia descrittiva del Pensiero (DPT) –o meglio, il Linguaggio della Psicologia Descrittiva del Pensiero (LDPT), termini introdotti qui e nei miei altri scritti molto recenti. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'Talking Monkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019). (shrink)

Alcuni anni fa, ho raggiunto il punto in cui di solito posso dire dal titolo di un libro, o almeno dai titoli dei capitoli, quali tipi di errori filosofici saranno fatti e con quale frequenza. Nel caso di opere nominalmente scientifiche queste possono essere in gran parte limitate a determinati capitoli che sono filosofici o cercanodi trarre conclusioni generali sul significato o sul significato a lungoterminedell'opera. Normalmente però le questioni scientifiche di fatto sono generosamente intrecciate con incomprodellami filosofici su ciò (...) che questi fatti significano. Le chiare distinzioni che Wittgenstein ha descritto circa 80 anni fa tra le questioni scientifiche e le loro descrizioni da parte di vari giochi linguistici sono raramente prese in considerazione, e quindi si è alternativamente stupiti dalla scienza e costerghi per la sua analisi incoerente. Così è con questo volume. Se si vuole creare una mente più o meno come la nostra, è necessario avere una struttura logica per la razionalità e la comprensione dei due sistemi di pensiero (teoria del doppio processo). Se si vuole filosofare su questo, bisogna capire la distinzione tra le questioni scientifiche di fatto e la questione filosofica di come funziona il linguaggio nel contesto in questione, e di come evitare le insidie del riduzionismo e dello scientismo, ma Kurzweil, come la maggior parte degli studenti di comportamento, è in gran parte all'oscuro. Egli è incantato da modelli, teorie e concetti, e dalla voglia di spiegare, mentre Wittgenstein ci ha mostrato che dobbiamo solo descrivere, e che le teorie, i concetti, ecc., sono solo modi di usare il linguaggio (giochi linguistici) che hanno valore solo nella misura in cui hanno un test chiaro (clear truthmakers, o come John Searle (il critico più famoso di AI) ama dire, chiare condizioni di soddisfazione (COS)). Ho cercato di dare un inizio su questo nei miei scritti recenti. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica della filosofia, psicologia, mente e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'Talking Monkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions in the 21st Century 5th ed (2019) . (shrink)

Three-dimensional material models of molecules were used throughout the 19th century, either functioning as a mere representation or opening new epistemic horizons. In this paper, two case studies are examined: the 1875 models of van ‘t Hoff and the 1890 models of Sachse. What is unique in these two case studies is that both models were not only folded, but were also conceptualized mathematically. When viewed in light of the chemical research of that period not only were both of these (...) aspects, considered in their singularity, exceptional, but also taken together may be thought of as a subversion of the way molecules were chemically investigated in the 19th century. Concentrating on this unique shared characteristic in the models of van ‘t Hoff and the models of Sachse, this paper deals with the shifts and displacements between their operational methods and existence: between their technical and epistemological aspects and the fact that they were folded, which was forgotten or simply ignored in the subsequent development of chemistry. (shrink)

The argumentative structure of this article can be summarized as follows: 1) Spinoza was repeatedly accused of eleaticism; 2) there is a rupture with the eleaticism when one admits the ‘multivocity’ of the logical operators “is” and “is not”; as can be seen, for example, 2.1) in the discussion introducing the Great Genera in Plato’s Sophist, and 2.2) in a certain use made by Aristotle of the category’s doctrine in order to soften the Parmenidean version of the Principle of Non-Contradiction. (...) 3) Spinoza admits the ‘multivocity’ of “is” and “is not”. Hence, Spinoza should not be placed among the Eleatics but inside the brotherhood of the suspects of the so-called parricide against Parmenides. This reasoning, which almost sounds as a truism, will, however, suggest two interesting further considerations: one on how an important tradition of interpretation of Spinoza has misplaced the problem of the relationship of Spinoza’s ontology with the logical principles; and another on the type of logic that is implied by the theory of modes of perception or kinds of knowledge. (shrink)

It is universally acknowledged that, for St. Thomas, there is a distinction between human persons or supposits and their natures or essences. But it is usually thought that there is no parallel distinction between the angelic person or supposit and its nature. Yet, as this paper argues, Aquinas consistently puts forward just such a distinction. This paper surveys Aquinas’s arguments for the unique identity of God with his essence and the corresponding distinctions between created persons and their essences, showing in (...) the process how the distinction found in angels differs from that found in material substances. It is important to recognize the distinction between supposit and nature in angels not only for its own sake as it touches on his understanding of created persons—human or angelic—but also insofar as it sheds light on Aquinas’s understanding of divine simplicity and of other act-potency compositions in creatures. (shrink)

Thomistic commentators agree that Thomas Aquinas at least nominally allows for 'to be' (esse) to signify not only an act contrasted with essence in creatures, but also the essence itself of those creatures. Nevertheless, it is almost unheard of for any author to interpret Thomas's use of the word 'esse' as referring to essence. Against this tendency, this paper argues that Thomas's In V Metaphysics argument that every predication signifies esse provides an important instance of Thomas using esse to signify (...) essence. This reading of In V Metaphysics, which this paper defends against an alternative interpretation, entails significant reinterpretations of Thomas's technical terms 'esse substantiale' and 'esse in rerum natura' as well as Thomas's use of 'is,' both as a copula and as a principal predicate. (shrink)

How to say no less, no more about conditional than what is needed? From a logical analysis of necessary and sufficient conditions (Section 1), we argue that a stronger account of conditional can be obtained in two steps: firstly, by reminding its historical roots inside modal logic and set-theory (Section 2); secondly, by revising the meaning of logical values, thereby getting rid of the paradoxes of material implication whilst showing the bivalent roots of conditional as a speech-act based on affirmations (...) and rejections (Section 3). Finally, the two main inference rules for conditional, viz. Modus Ponens and Modus Tollens, are reassessed through a broader definition of logical consequence that encompasses both a normal relation of truth propagation and a weaker relation of falsity non-propagation from premises to conclusion (Section 3). (shrink)

The Upanishads reveal that in the beginning, nothing existed: “This was but non-existence in the beginning. That became existence. That became ready to be manifest”. (Chandogya Upanishad 3.15.1) The creation began from this state of non-existence or nonduality, a state comparable to (0). One can add any number of zeros to (0), but there will be nothing except a big (0) because (0) is a neutral number. If we take (0) as Nirguna Brahman (God without any form and attributes), then (...) from where and how did the universe come into existence? -/- The neutral power (0) cannot produce anything without having an element of duality in it. Although Nirguna Brahman is neutral, it has a positive, negative, and neutral pole, constituting its Prakriti or nature. Prakriti has three latent Gunas (modes or qualities): Satva, Rajas, and Tamas. They are related to Gyana Shakti (the power of knowledge) Sankalpa Shakti (the power of ideation), and Kriya Shakti (the power of action). Science says that Atom is the basic element from which the universe evolved. The Atom has three nuclei- electron, pluton, and neutron. The Satva, Rajas, and Tamas in Indian spirituality are nothing but the mystical names for the nuclei of an atom. -/- According to Bhagavata Purana, Prakriti is also constituted of the elements of Time, Karma (action/destiny) and Swabhava (innate nature). Time disturbs the equilibrium of Gunas. From the aspect of Karma is produced an entity called Mahat, in the form of intelligence. Mahat is dominated by Satva and Rajas. From Mahat manifests the next evolute dominated by Tamas with three predominant qualities – Dravya (substance), Kriya (action), as well as intelligence. It forms to become the Ego principle (Ahamkara). -/- Ahamkara has three modes – Satvic, Rajasic and Tamasic. Satvic is Jnana oriented, Rajasic action-oriented and Tamasic Dravya (substance) oriented. From the Tamasic Ahankara, five gross elements are produced (ether, air, fire, water, and earth - Akash, Vayu, Agni, Jal and Prithvi). From the Satvic Ahamkara, guardian deities (the sun and moon, deities of sense organs, and organs of action) and from Rajasic Ahamkara, ten senses (Indriyas), five senses of perception, five organs of action, the faculties of intellect and Prana (life breath) are produced. -/- Bhagavata says that since these energies, elements, and faculties remained disassociated, they were combined to form a Cosmic Egg. The egg floats in the primal waters for a thousand years. Then God enters this Cosmic Egg and manifests himself as the Cosmic Purusha. He is the first nucleus, the God particle equivalent to the number (1) which is the embodiment of everything in the universe. The concept of creation and dissolution in Hinduism can be compared to the waves in an ocean that appear and disappear incessantly. The Manvantaras are such successive episodes of creation emerging from the Cosmic Person, the Manu who is embodied God-Consciousness, God himself. These episodes of creation are measured in Hinduism in terms of Manvantaras, the epochs of Manus. -/- Manu is the ‘First-Born’ (1) of God, the Cosmic Purusha from whom the world has originated. This Cosmic Person (Purusha) has been described as having fourteen biospheres (heavens) that are inhabited by various life forms in the order of evolution of consciousness. If we begin from the human biosphere (Bhuloka), there are ten astral biospheres that a man must transcend to attain liberation or Mukti from the cycle of births and deaths. -/- The number (1) produces the primary numbers up to (9) through the transmutation of the creational energies and qualities. The process can be related to the descent and cyclical evolution of (1) through ten spiritual stages, finally merging with the nondual (0). The number (10) marks the merger of (1) with (0). The Hindu worldview is that all life forms in an episode of creation must evolve to become one with the non-dual state (0) to attain liberation from the cycle of births and deaths in a cyclical process. -/- . (shrink)

An imaginary dialogue between Andrea Bonomi and Gonzalo Pirobutirro (the main character of Gadda’s novel La cognizione del dolore) aiming to challenge Bonomi’s tenet that a work of fiction defines a domain of objects which is closed with respect to the actual world.