Tradução dos livros Z e H da Metafísica de Aristóteles, com introdução e notas. Translation of Aristotle's Metaphysics Books VII and VIII into Portuguese, with Introduction and Notes.
Translation of Aristotle's Metaphysics IV and VI, with notes. The translation is preliminary and intended as a provisional teaching tool to be also used in seminars and discussions with peers in order to reach a more elaborated version.
Translation of Aristotle's Metaphysics I-III into Portuguese, with a few notes and introduction. The translation, which was made at 2007, is preliminary and its publication was intended to provide a didactic tool for courses as well as a provisional resource in research seminars. It needs some revision. I am currently working (slowly...) on the revision of the translation and a new revised one will surely appear at some point.
Translation of Aristotle’s Metaphysics IX and X (Theta & Iota) into Portuguese, with a few notes, experimental glossary and introduction. The translation, which was made at 2004, is preliminary and its publication was intended to provide a didactic tool for courses as well as a provisional resource in research seminars. It needs some revision. I am currently working (slowly...) on the revision of the translation and a new revised one will surely appear at some point.
Se leggiamo tra le righe del suo lavoro, possiamo scoprire che Varzi prende i mostri molto sul serio. Troviamo, per esempio, mostri mereologici frutto della composizione non ristretta, come l’entità costituita dalla metà sinistra di questa mela e dal bracciolo di quella poltrona.10 Oppure mostri topologici dai quali una teoria mereotopologica delle nicche deve rifuggire, come le curve riempispazio di Peano e Hilbert.11 O, ancora, mostri ontologici come l’antimateria;12 le entità “inesistenti” che, come si sa, non possono esistere, dato che (...) non ci sono cose che non esistono; e le entità “negative”: buchi, mancanze e omissioni, conferenze non date.13 In questo contributo, seguendo il suggerimento di Varzi, parlerò, appunto, di mostri, prendendo l’avvio da alcune creature che popolano il regno della finzione, per poi passare a trattare dei mostri che popolano il nostro mondo. Essendo poco lo spazio e molti i mostri, procederò dapprima proponendone una tassonomia – punto di partenza per ogni generalizzazione che si rispetti – e in seguito cercando di illustrare perché i mostri vadano presi sul serio in metafisica. È d’obbligo precisare che si tratterà di una tassonomia parziale e provvisoria, ma lo è altrettanto ricordare che le tassonomie, quelle biologiche in particolare, lo sono sempre, per due ragioni. In parte, perché la vita è in costante evoluzione, in parte perché le nostre conoscenze e decisioni condizionano la struttura e i contenuti dei nostri sistemi di categorie: basti pensare che la prima edizione del Systema naturae di Linneo contava undici pagine, mentre la tredicesima ben tremila, ripartite in sei volumi. Quando un tassonomo scopre un organismo che ritiene – dopo accurati esami comparativi – essere appartenente a una specie fino ad allora sconosciuta, ne deposita nella letteratura scientifica, insieme al nome binomiale (cioè il nome specifico, composto dall’indicazione del genere e della specie, come Homo sapiens), una descrizione in termini di caratteri fenetici. Quel token è chiamato tipo nomenclaturale, o esemplare-tipo, ed è il portatore del nome della specie di cui viene considerato tipo. Sulla falsariga della procedura appena descritta, riporterò la descrizione di alcuni tipi nomenclaturali per una tassonomia mostruosa che si baserà su tre criteri principali: (1) l’origine, (2) la costituzione genetica, (3) l’aspetto fenotipico. Prima di procedere, vorrei però sottolineare tre rispetti sotto i quali classificare mostri mitologici differisce dal classificare individui “ordinari”. Innanzitutto, nel caso dei mostri mitologici non è possibile, a causa del frequente intervento divino, ricorrere al criterio dell’interfecondità per stabilire se due mostri appartengono alla medesima specie. Ma d’altro canto, tale criterio, benché sia abbastanza affidabile per gli animali, non lo è affatto, per ragioni diverse dai mostri, per molte piante, alghe e funghi. Un’altra peculiarità da segnalare – di cui però non avremo modo di occuparci oltre – è che le entità mitologiche sono frequentemente soggette a trasformazioni sostanziali, mentre la nostra biologia sembra, aristotelicamente, escluderne la possibilità: una tigre non può trasformarsi in un canguro, pena la sua uscita dall’esistenza. Meno paradossalmente, una larva di mosca e la mosca adulta saranno considerate appartenenti alla medesima sorta – la mosca, appunto – benché dall’una all’altra non vi sia praticamente alcuna continuità materiale (nella metamorfosi la larva viene distrutta quasi completamente e l’adulto si genera a partire da pochi aggregati cellulari indifferenziati). Infine, nel caso dei mostri mitologici, parlerò più genericamente di “gruppo tassonomico” anziché di “specie” (e dunque il nome dei tipi nomenclaturali non sarà un nome binomiale) dal momento che, come diverrà chiaro nel corso della lettura, è proprio il concetto di “specie” come diverrà chiaro nel corso della lettura, è proprio il concetto di “specie” come articolazione naturale non oltrepassabile che i mostri che andiamo a classificare ci chiedono di mettere in discussione. (shrink)
Is it possible a thought that resists the temptation of an absolute basis, but also to unbridled fury calculator machination? It is also possible that a thought is put in a position to understand and also to position itself critically in relation to both nostalgic fundamentalisms, and to pure effectiveness and productivity that technoscience imposes on us? It is possible, after all, to distance itself from traditional metaphysics without falling back into naivety "anti-metaphysical" definitive and safe overcome? Is it still (...) possible to conceive any kind of “ other" metaphysics? From this initial universe of questions we seek to point out that the metaphysics of the will, at least as developed by Nietzsche and psychoanalysis, brings to the fore a dimension "strange" to the Western metaphysical tradition: the instinctual dimension, this historical third middle between matter and spirit, body and mind, unity and multiplicity, sameness and difference, setting another metaphysical not reducible to traditional metaphysics, nor simply anti-metaphysical. (shrink)
This paper examines Aristotle’s notion of priority with the specific aim of capturing the sort of priority that characterizes the primacy of substances in his metaphysics. I reject the traditional interpretation, which understands the ontological priority of substances in terms of independent existence. But there are rather two sorts of priority: the ontological priority of substances should be understood in terms of completeness, whereas the ontological priority of “substances-of-something” (the essences) is a causal-explanatory priority. Furthermore, an important piece of Aristotle’s (...) argument against Platonism is that these two sorts of priority – namely, the completeness priority and the causal-explanatory priority – should be kept distinct. (shrink)
Il libro prende in esame la percezione come il modo in cui gli oggetti del mondo esterno entrano a far parte della nostra esperienza cosciente. Il corpo, da un lato, gli oggetti del mondo che ci circonda, dall'altro, verranno messi nel loro posto di argomento rispetto alla metafisica della nostra esperienza percettiva.
In Part One of Beyond Good and Evil Nietzsche writes that anyone who believes in “immediate certainties” such as “I think” encounters a series of “metaphysical questions”. The most important of these “problems of intellectual knowledge” concerns the existence of an ‘I’, as much as our believing it to be the cause of thinking. Therefore, any remark about our mental faculties directly follows from our defining what we could call the basic psychical unity, i.e. our view on higher-level psychical functions (...) is strictly related with the properties we attribute to the notion of ‘I’. As we know, the main ideas on this subject that Nietzsche states in his book from 1886 come from the neo-kantian views of Lange, Spir and Teichmüller, and we cannot forget the important (even if hidden) reference to Lichtenberg in § 17 of the same work. Nevertheless, Nietzsche seems to move beyond all these sources, and in many of his writings we can find a new definition of the ‘ego’, finally free from any reference to a thing in itself, and for this reason closer to the ideas of the Austrian scientist Ernst Mach. In this paper I shall carry these remarks out. I’ll show the main properties of the notion of ‘I’ Nietzsche concerns with in his writings and, therefore, the grounds of his view on the mind-body problem. Moreover, I will argue that, once we observe that Nietzsche looks at the ‘ego’ as a mere regulative fiction having no ontological value out of the chain of sensation and representation it brings together, we could find out the close similarity with the way Mach defines it in his Beiträge zur Analyse der Empfindungen (1886). This reference could help us to understand in a better way some statements Nietzsche wrote in his notebooks, and, secondly, to show how strictly was his philosophy of mind related with the main outcomes of 19th century science. Indeed, Nietzsche’s refusal of the belief “that there must necessarily be something that thinks” ‒ a view that results from the anti-metaphysical intent leading his naturalism ‒ seems to be one of the most important assumptions of the new born physiological psychology, an idea out of which many of the 20th century philosophical debates arose. (shrink)
La metafísica después de ser ignorada por años ha regresado al centro de la escena en la filosofía contemporánea. Tomás de Aquino ha vivido una historia muy parecida, lo que dio nacimiento al tomismo analítico. A pesar de los trabajos desarrollados en esta línea de investigación, la metafísica del Aquinate ha sido fuertemente ignorada. Sin embargo, la metafísica de Tomás de Aquino tiene una ventaja, poco discutida entre los tomistas y tomasinos, y es la de ser una metafísica esencialista. Así, (...) en armonía con el trabajo del metafísico E. J. Lowe, quien presenta su metafísica como “esencialista seria”, se quiere mostrar que la metafísica del Aquinate tiene las mismas virtudes del “esencialismo serio”, lo que permite postularla como una posición válida y plausible para la metafísica contemporánea. (shrink)
Las últimas décadas del siglo XX hasta nuestros días parecen estar mostrando un continuo abandono de la filosofía para explicar los temas del mundo y del hombre, más específicamente, el abandono de la metafísica. ¿Se está olvidando la metafísica?, ¿se trata de un saber perimido, reservado sólo para especialistas de estudios clásicos? En esta comunicación pretendo señalar, en primer lugar la actualidad e importancia de la reflexión en torno a la antropología filosófica, y en segundo, la insoslayable necesidad de contar (...) con una metafísica como saber de supuestos. Toda antropología se basa en una idea de hombre, en una filosofía que intenta explicar quién es el ser humano. La ciencia no puede dar una respuesta cabal a dichos supuestos, porque su estatuto epistemológico asume como hechos de experiencia la constitución psico-física humana y su comportamiento. La filosofía, en cambio, indaga acerca del por qué del ser humano, no solo de sus aspectos fenomenológicos, sino el sustrato que lo constituye. Mucho se ha oído hablar de la crisis de la metafísica, sin embargo, a pesar de “tantos sepultureros” que desean enterrarla, ella se sigue presentando para reclamar respuestas fundamentales, radicales. ¿Por qué tanto rechazo? Este es un tema que nos puede dar para pensar y debatir en el Congreso que celebramos. Hay propuestas de una “renovación de la metafísica” que viene de corrientes personalistas, pero también hay sugerencias estimulantes desde la Filosofía Analítica, ¿merece la pena el intento? Quisiera recordar que las preguntas que se oyen en nuestras aulas de Filosofía remiten a explicaciones de hondo calado acerca del hombre, si deseamos plantear una antropología filosófica que no se quede en medianías, tal vez haya que analizar la vuelta a esa reflexión de ultimidades. (shrink)
A critical survey of topics that play a central role in contemporary analytic ontology and metaphysics, including, identity, persistence through time, the problem of universals, the notion of ontological commitment, and the boundary between semantic issues and metaphysics proper.
-/- FILOSOFIA: CRÍTICA À METAFÍSICA -/- PHILOSOPHY: CRITICISM TO METAPHYSICS -/- Por: Emanuel Isaque Cordeiro da Silva - UFRPE Alana Thaís Mayza da Silva - CAP-UFPE RESUMO: A Metafísica (do grego: Μεταφυσική) é uma área inerente à Filosofia, dito isto, é uma esfera que compreende o mundo e os seres humanos sob uma fundamentação suprassensível da realidade, bem como goza de fundamentação ontológica e teológica para explicação dos dilemas do nosso mundo. Logo, não goza da experiência e explicação científica com (...) base na matemática, ciências, observação, análise, etc. e sim da explicação apenas teorética sem a análise empírica. Por fim, filósofos de divergentes escolas e eras da história da filosofia fundamentaram suas críticas quanto a Metafísica; e este breve trabalho tem como objetivo analisar as críticas dos filósofos e trazer uma conclusão clara e objetiva para os leitores, sejam leigos ou não. Palavras-chave: Metafísica. Crítica. Teoria. Suprassensível. Empírico. Experiência. ABSTRACT Metaphysics is an area inherent to philosophy, that is, it is a sphere that comprises the world and human beings under a supersensitive foundation of reality, as well as enjoying ontological and theological foundations for explaining the dilemmas of our world. Therefore, it does not enjoy the scientific experience and explanation based on mathematics, science, observation, analysis, etc., but only the theoretical explanation without empirical analysis. Finally, philosophers from divergent schools and eras in the history of philosophy based their criticism of Metaphysics, and this brief work aims to analyze the criticism of philosophers and bring a clear and objective conclusion to readers, whether lay or not. Keywords: Metaphysics. Criticism. Theory. Supersensitive. Empirical. Experience. INTRODUÇÃO Para uma fundamentação alicerçada na observação, análise e conclusões pragmáticas, é imprescindível aclarar o conceito de Metafísica como esfera inerente da Filosofia, bem como disciplina primordial para o currículo do Filósofo formado nas Universidades globais. Para isso, discorro acerca do conceito de Metafísica desde a alcunha aristotélica de 'Filosofia primeira', passando à análise modernista, em especial à kantiana e seu criticismo (Crítica da Metafísica é a alma desse trabalho), sob análise de autores didáticos e, por fim, sob a elucidação da esfera Metafísica mediante os dicionários de Filosofia de Japiassú e Marcondes, e de Nicola Abbagnano. No conjunto de obras aristotélicas entituladas de Metafísica, Aristóteles buscou elucidar 'o ser enquanto ser', isto é, buscar a objetividade das coisas e do mundo mediante a subjetividade e a realidade suprassensível dessas coisas. Logo, a explicação dos fenômenos que cercavam a Grécia clássica eram explicados além do alicerce das Ciências tradicionais da época (Física, Química, Biologia, etc.). Todavia, para Aristóteles, a Metafísica consiste na 'ciência primeira' no que se refere o fornecimento de um fundamento único para todas as demais ciências, ou seja, dar-lhes o objeto ao qual elas se referem e os princípios dos quais todas elas dependem. Por fim, a Metafísica implica ser uma enciclopédia das ciências um inventário completo e exaustivo de todas as ciências, em suas relações de coordenação e subordinação, nas tarefas e nos limites atribuídos a cada uma, de modo definitivo. Na modernidade, a Metafísica perde a centralidade do mundo da Filosofia, quem é o precursor de tal declínio é Immanuel Kant e seu criticismo. Tal descendência é elucidada e aclarada posteriormente no presente trabalho. A Metafísica moderna ganha uma nova interpretação, sendo alcunhada e levada por analogia à Ontologia, expressada, segundo Kant, como conceito de gnosiologia. Para Kant, Metafísica é a fonte inerente do estudo e explicação das formas alicerçadas na razão, bem como fundamento de toda realidade suprassensível que se deve basear para elucidar e aclarar o mundo moderno. Ainda segundo o filósofo, a Metafísica é a fonte de todos os princípios reais para a explicação da realidade. Sendo ela, por fim um 'sistema filosófico' alicerçado sobre uma perspectiva ontológica, teológica e/ou suprassensível da realidade. No nosso finalismo, a inerência da Metafísica à filosofia transcende a explicação de todo o universo e sua totalidade (matéria e forma como alcunha Aristóteles). Logo, na Filosofia Clássica com Platão e, especialmente em Aristóteles, o Mito passou a ser ciência e essa ciência era determinada de Metafísica. Vale salientar que a alcunha 'Metafísica' foi, primeiramente, usada por Andrônico de Rodes . Por fim, a Metafísica primordial para fundamentar as explicações necessárias para os fenômenos que se decorrera na Grécia antiga, foi perdendo centralidade ao passo da história da filosofia e, na modernidade, com Hume e Kant passa por uma grande crise, discorrida agora no trabalho. -/- DA CRÍTICA À METAFÍSICA Platão criou um sistema metafísico de explicação da realidade e do mundo que influenciou muitos pensadores e religiosos. Boa parte da história da filosofia foi composta de sistemas metafísicos. Mas, se, por um lado, o pensamento metafísico tem uma vida longa e profícua, por outro, é alvo de críticas constantes, principalmente por filósofos modernos e contemporâneos, que questionam a validade das teses metafísicas, seja porque tratam de coisas que não podem ser conhecidas, como alma, Deus e formas inteligíveis, seja porque suas conclusões são consideradas enganosas. ARISTÓTELES E A FILOSOFIA PRIMEIRA As ciências teóricas ou teoréticas são aquelas que produzem um saber universal, válido em qualquer situação, e necessário, isto é, que não pode ser de outro modo. Essas ciências estão voltadas para a contemplação da verdade. O sábio que se dedica a elas encontra um fim em si mesmo, pois o resultado de sua investigação não gera nenhum objeto exterior, como uma construção ou uma escultura, mas beneficia sua própria alma. Elas estão organizadas em Metafísica, Matemática e Física, que inclui a Psicologia ou a ciência da alma. As principais obras teoréticas escritas por Aristóteles são Física, De anima e Metafísica. Filosofia Primeira, que chegou até nós com o nome de Metafísica, também chamada muitas vezes por Aristóteles de Teologia .com a ressalva de que Teologia aqui não tem o sentido que é dado a ela contemporaneamente), é a expressão que designava a mais elevada das ciências teoréticas, diferenciando-se da chamada Filosofia Segunda, ou Física. Aristóteles abre o Livro I da Metafísica com a célebre passagem: Todos os homens têm, por natureza, desejo de conhecer: uma prova disso é o prazer das sensações, pois, fora até da sua utilidade, elas nos agradam por si mesmas e, mais que todas as outras, as visuais [...l. (ARISTÓTELES, 1969). A busca pelo conhecimento encontra-se na própria natureza humana, desde o nascimento, mesmo que se manifeste em seu grau mais rudimentar. Prova disso é o conhecimento por meio das sensações ou dos sentidos, entre os quais se destaca o da visão. É o chamado conhecimento por empiria ou saber empírico, que não pode ser ensinado porque é adquirido imediata e concretamente quando percebemos as coisas sensíveis. Também há um saber que vem da técnica. O técnico é aquele que tem o conhecimento dos meios para chegar a um fim. Como ensina o historiador da Filosofia, Julián Marias, apesar de o saber técnico ser superior ao saber empírico, ambos são necessários em nossa vida: 1..l Portanto, a tékhne [técnica) é superior à empeiria; mas esta também é necessária, por exemplo, para curar, porque o médico não tem de curar o homem, e sim Sócrates, e o homem apenas de modo mediato. (MARIAS, J. 2015). O conhecimento metafísico é menos necessário em nossa vida cotidiana, mas nenhum outro lhe é superior. A Metafísica é o conhecimento pelas causas e, como vimos, o conhecimento é científico quando ele nos dá os princípios e as causas das coisas. Para Aristóteles, tudo o que existe é efeito de uma causa e ela é a responsável por esse algo ser necessariamente de um jeito e não de outro. De acordo com Aristóteles, conhecer algo é conhecer pela causa. Dessa forma, a explicação de algo ou o seu conhecimento deve sempre dizer por que algo é necessariamente de determinado modo. Sem esse tipo de explicaçào, não pode haver propriamente conhecimento. Daí se constata o caráter rigoroso da explicação científica: ela não apenas sabe que "algo é isto", mas é capaz de explicar por que algo é necessariamente isto. A definição aristotélica de Metafísica Chauí indaga em seu livro Iniciação à Filosofia a questão central do que Aristóteles entende por sua alcunha ou Metafísica. Chauí explana: Embora Aristóteles admita que para cada tipo de Ser e suas essências existe uma ciência teorética própria (física, biologia, psicologia, matemática, astronomia), ele também defende a necessidade de uma ciência geral, mais ampla, mais universal, anterior a todas essas, cujo objeto não seja esse ou aquele tipo de Ser, essa ou aquela modalidade de essência, mas o Ser em geral, a essência em geral. Essa ciência, para Aristóteles, é a Filosofia Primeira ou metafísica, que investiga o que é a essência e aquilo que faz com que haja essências particulares diferenciadas, que estuda o Ser enquanto Ser. (CHAUÍ, 2010). O objeto investigado pela Metafísica também é muito diferente do objeto conhecido pelo saber empírico ou pelo saber técnico. O saber empírico nos faz conhecer as coisas particulares, como Sócrates, o Oráculo de Delfos e a caneta esferográfica; o saber técnico nos faz conhecer as diversas técnicas, como os procedimentos médicos e a engenharia de construir templos. O que o saber metafísico, então, nos permite conhecer? Segundo Aristóteles, a Metafisica estuda o ser enquanto ser. Não considera o ser de modo particular como fazem as demais ciências — por exemplo, ao investigar Sócrates, os procedimentos médicos etc. mas busca o que é universal, o que envolve tanto Sócrates quanto os procedimentos médicos, tanto o Oráculo de Delfos quanto a arte de construir templos. Segundo Aristóteles, a Metafísica trata das causas primeiras, que são as quatro seguintes: • a causa material, que é a matéria de que é feita alguma coisa. Em uma escultura, por exemplo, a causa material pode ser o bronze ou o mármore; • a causa formal, que é a forma ou a essência das coisas. No exemplo da escultura, é a forma ou a aparência que possibilita que a reconheçamos como uma escultura (e não como um poste, por exemplo); • a causa eficiente, que é o agente que produz a coisa. Uma escultura é produzida por um artista; • a causa final, que é a razão ou a finalidade das coisas, A finalidade da escultura é o prazer estético. A Metafísica também se ocupa da substância. A substância responde pelos significados do ser. Mas o que é a substância? Trata-se de uma questão complexa no pensamento aristotélico. Aristóteles recusa-se a entender a substância como sendo a forma platónica. Ela nào é o suprassensível. Seria entao a substância o sensível individual? As coisas são matéria e forma; amatéria é o substrato da coisa (por exemplo, o mármore é a matéria da estátua). Sem sua forma, ela é apenas potencialidade, mas sem a matéria qualquer realidade sensível se desvaneceria. Assim, a matéria pode ser dita substância em sentido impróprio. A forma, por seu turno, é aquilo que determina a matéria, é a sua essência; ela é substancia em sentido próprio. Mas a matéria é também matéria enformada. As coisas sensíveis são, a um só tempo, matéria e forma. E esse composto também pode ser legitimamente chamado de substância. Aristóteles apresenta três gêneros de substâncias: • as substâncias sensíveis, que nascem, morrem e, por isso, passam por todo tipo de mudança; • as substancias sensíveis e incorruptíveis, que não passam por nenhum tipo de mudança, como os planetas e as estrelas; • a substância suprassensível, que é superior às outras duas: o Primeiro Motor Imóvel, o deus aristotélico, causa de todo movimento, mas sendo ele mesmo imóvel. (Ele precisa ser imóvel porque se ele também se movesse precisaria haver uma causa para esse movimento, o que levaria a uma espécie de regressão ao infinito). Assim como o demiurgo de Platão, o deus aristotélico nao é um deus criador. Não criou o Universo nem gerou o movimento dos corpos. Ao contrário, o deus de Aristóteles exerce uma atraçáo sobre o Universo, motivando sua existência, e sobre os corpos, gerando seu movimento, ou seja, atrai tudo para si como objeto de amor. Não é, portanto, causa eficiente do mundo e do movimento do mundo, mas causa final. O deus aristotélico nao cria o mundo do nada por um ato de vontade. Ele nao é causa eficiente do mundo, como indicamos ser o artista causa eficiente de sua escultura. A METAFÍSICA CLÁSSICA OU MODERNA Grandes revoluções no pensamento do século XVII deram estopim à uma grande crise na esfera metafísica. De modo resumido a Metafísica sofreu uma grande transformação e uma nova elaboração, sem a fundamentação embasada no pensamento platônico, aristotélico ou neoplatônico. Sendo assim a nova metafísica é caracterizada por: [...] afirmação da incompatibilidade entre fé e razão, acarretando a separação de ambas, de sorte que a religião e a filosofia possam seguir caminhos próprios, mesmo que a segunda não esteja publicamente autorizada a expor ideias que contradigam as verdades ou dogmas da fé [...] [...] redefinição do conceito de Ser ou substância. Os modernos conservam a definição tradicional da substância como o Ser que existe em si e por si mesmo, que subsiste em si e por si mesmo. Porém, em lugar de considerar que a substância se define por gênero e espécie, havendo tantos tipos de substâncias quantos gêneros e espécies houver, passa-se a definir a substância levando em consideração seus predicados essenciais ou seus atributos essenciais, isto é, aquelas propriedades ou atributos sem os quais uma substância não é o que ela é. Após o supracitado, os cartesianos e Descartes dirão que há somente três substâncias essenciais, divergindo totalmente do pensamento aristotélico, as substâncias cartesianas são a Alma, a matéria dos corpos e Deus. Para empiristas, só se é possível conhecer a substância corpórea, logo não se é possível elaborar uma metafísica, e sim uma geometria ou uma física que se ocupa do estudo dessas matérias corpóreas. Baruch Spinoza (1632-1677) explanou a primordialidade de se elaborar uma definição genérica e universal, comumente aceita por toda a comunidade de filósofos de Aristóteles a modernidade. Podemos reduzir o conceito proposto da seguinte maneira: “substância é aquilo que existe em si e por si e não depende de outros para existir”.Logo, diz Espinosa, que há apenas uma substância no Universo que não depende de outra para existir, tal substância é o próprio Deus ou a natureza. Nessa revolução do pensamento filosófico, em peculiar à metafísica, houve também a redefinição do conceito de causa e causalidade. Em Aristóteles haviam quatro tipos de causas, agora, na modernidade, se propunha apenas dois tipos: a eficiente e a final. Chauí explana que a Causa eficiente é aquela na qual uma ação anterior determina como consequência necessária a produção de um efeito, e que seu alcance é universal na natureza. Causa final é aquela que determina, para os seres pensantes, a escolha da realização ou não realização de uma ação, e que só opera na ação de Deus e nas ações humanas. Houve também, nessa revolução, uma quebra do paradigma metafísico, isto é, a metafísica não se dividia mais entre a teologia, a psicologia racional e a cosmologia racional. Agora, a metafísica ganha um novo rumo, um rumo próprio de estudo embasado em suas próprias fundamentações. Logo, a metafísica se apropria de três e apenas três ideias de substância. A substância infinita, ou o próprio Deus. A substância pensante que é a consciência como faculdade de reflexão e de representação da realidade alicerçada na razão. E, por fim, a substância extensa que é a natureza embasada nos princípios e leis regidas pela matemática e a mecânica. DAVID HUME E A CRISE DA METAFÍSICA O filósofo escocês David Hume (1711-1776) nos ajuda a entender em parte o teor das críticas ao pensamento metafísico. "Se tomarmos em nossas mãos um volume qualquer, de teologia ou metafísica escolástica, por exemplo, façamos a pergunta: contém ele qualquer raciocínio abstrato referente a números e quantidades? Não. Contém qualquer raciocínio experimental referente a questões de fato e de existência? Não. Às chamas com ele, então, pois não pode conter senão sofismas e ilusão." (HUME, 2004) Hume critica a teologia e a metafísica escolástica, que foi a metafísica praticada principalmente nas escolas cristãs durante a Idade Média, porque suas concepções não tratam nem de conceitos matemáticos, que são formais e podem levar a conclusões seguras - por exemplo, "2 + 2 = 4" -, nem de afirmações sobre fatos, que podem ser verificados empiricamente, isto é, pelos órgãos dos sentidos —como "a aceleração de um corpo em queda livre é de 9,8 metros por segundo", Assim, Hume aconselha o leitor a jogar as afirmações metafísicas na fogueira, pois são consideradas ilusões, fantasias ou produto de erros de raciocínio e nada têm a acrescentar ao conhecimento humano. A partir de Hume, a metafísica, tal como existira desde os gregos, tornara-se impossível. O CRITICISMO KANTIANO E O FIM DA METAFÍSICA CLÁSSICA Entre a Dissertação de 1770 e a Crítica da razão pura, mais de dez anos se passaram. Apesar de a obra ser volumosa, a redaçào da Crítica da razão pura não chegou a cinco meses de trabalho. De início, Kant pretendia apenas revisar sua dissertação, mas o trabalho acabou por levá-lo a figurar entre os grandes nomes do pensamento filosófico, como Aristóteles e Descartes. Kant fez um diagnóstico bastante negativo da situação da Filosofia de sua época, em particular da Metafísica, que, embora fosse considerada a Filosofia Primeira, patinava em questões impossíveis de serem resolvidas. Ao mesmo tempo, buscou inserir a Filosofia no rumo seguido pelas Ciências Naturais, pela Lógica e pela Matemática, que já tinham encontrado o caminho da Ciência. Em alguns pontos, o projeto kantiano se aproximou de algumas características do projeto cartesiano. Descartes duvidou de todo o saber conhecido, pois queria encontrar um fundamento seguro que sustentasse a edificação da Filosofia e, mais particularmente, da Ciência. Diferentemente de Descartes, contudo, Kant nào duvidou de todo o conhecimento que havia aprendido. Para ele, bastava estabelecer os limites do conhecimento racional, ou seja, o que a razão podia conhecer e o que era impossível de ser conhecido. No fim do século XVIII, de acordo com a proposta de Wolff, a Metafísica era dividida em duas partes: Metafísica geral e Metafísica especial. A primeira tratava da Ontologia (ciência do ser enquanto ser, como definido por Aristóteles), e a segunda se ocupava do ser humano (Psicologia), do mundo (Cosmologia) e de Deus (Teologia racional), Os principais temas in-vestigados eram a imortalidade da alma, a liberdade a finitude ou infinitude do mundo e a existência de Deus. No entanto, de acordo com Kant, as questões metafísicas clássicas extrapolavam as capacidades de conhecimento do ser humano, pois estavam tão afastadas da experiência que a razão só podia pensá-las, sem conhecê-las realmente. As questões postas pela Metafísica clássica extrapolavam o terreno de qualquer experiência possível e, no entanto, a razão, por sua própria natureza, apresenta questões que não pode evitar, mas que também náo pode responder por não terem nenhuma pedra de toque na experiência. Disso decorre a pergunta fundamental sobre a possibilidade de haver um conhecimento metafísico. Publicada em 1781, a Crítica da razão pura foi uma tentativa de responder a essa pergunta. A obra instituiu um "tribunal da razao" para examinar a própria razão, e não para tomar partido no conflito entre racionalistas, como Descartes e Leibniz, que elaboraram sistemas metafísicos, e empiristas, como Locke e Hume, que basearam o conhecimento unicamente nos sentidos. Criticar a razão é determinar as possibilidades, os limites e o alcance do próprio conhecimento. A transformação foi tao grande para a Filosofia que essa obra nao pôde ser ignorada. A situação da Metafísica No texto a seguir, retirado do célebre prefácio à primeira edição de Crítica da razão pura, podemos ver o diagnóstico de Kant sobre a situaçao da Metafísica no período em que vivia. A razão humana, num determinado dominio dos seus conhecimentos, possui o singular destino de se ver atormentada por questões, que náo pode evitar, pois lhe são impostas pela sua natureza, mas às quais também não pode dar resposta por ultrapassarem completamente as suas possibilidades. Não é por culpa sua que cai nessa perplexidade. Parte de princípios, cujo uso é inevitável no decorrer da experiência e, ao mesmo tempo, suficientemente garantido por esta. Ajudada por estes princípios eleva-se cada vez mais alto (como de resto lho consente a natureza) para condições mais remotas. Porém, logo se apercebe de que, desta maneira, a sua tarefa há de ficar sempre inacabada, porque as questões nunca se esgotam; vê-se obrigada, por conseguinte, a refugiar-se em princípios, que ultrapassam todo o uso possível da experiência e, não obstante, estão ao abrigo de qualquer suspeita, pois o senso comum está de acordo com eles. Assim, a razão humana cai em obscuridades e contradições, que a autorizam a concluir dever ter-se apoiado em erros, ocultos algures, sem contudo os poder descobrir. Na verdade, os princípios de que se serve, uma vez que ultrapassam os limites de toda experiência, já não reconhecem nesta qualquer pedra de toque. O teatro destas disputas infindáveis chama-se Metafísica. (KANT, I. 2010). O fim da Metafísica clássica Podemos agora retomar o questionamento sobre os motivos pelos quais a física newtoniana é possível como ciência e entender também por que a metafísica racionalista tradicional não é conhecimento científico, segundo a teoria kantiana. A física trata de regras e leis dos fenômenos, das representações conformadas pela sensibilidade e pelo entendimento, ou seja, refere-se a objetos do conhecimento humano. A metafísica clássica, por sua vez, trata de coisas que não fazem parte da experiência sensível. Deus e a alma, por exemplo, não são apreendidos pela sensibilidade, não são impressões conformadas ou fenômenos e, portanto, não podem ser conhecidos pelo ser humano. Ideias ou conceitos dessa espécie podem ser pensados pela razão, mas é impossível conhecê-los, pois estão além da capacidade humana de conhecimento. Por esse motivo, a física é possível como ciência e a metafísica tradicional não. Com base nisso, Kant provocou uma revolução na teoria do conhecimento, que ele mesmo designou como "virada copernicana na filosofia", Se Copémico mudou a forma de entender o mundo ao defender a ideia de que o Sol está no centro do sistema solar, Kant mudou a forma de o ser humano compreender o mundo e a si próprio ao estabelecer a ideia de que o ser humano, e não os objetos externos, é o centro do conhecimento, O ser humano não é um agente passivo, que só recebe informações, mas atua decisivamente na constituição do conhecimento e do que se compreende como realidade. Os elementos a priori que determinam essa constituição do conhecimento são o escopo da filosofia kantiana, também conhecida como transcendental. Logo, o pensamento kantiano alterou profundamente a Metafísica. A existência de Deus ou a imortalidade da alma, por exemplo, passaram a ser questões que já não podiam ser respondidas. Se percebemos apenas as coisas que ocorrem em um tempo específico (antes, agora, depois), como seremos capazes de perceber algo que está na eternidade (Deus)? Como afirmar que a alma é imortal se não conseguimos percebê-la com os nossos sentidos? O conhecimento a partir de Kant, então, é sempre conhecimento de objetos, isto é, de conteúdos elaborados e modificados pelo sujeito que conhece. O conhecimento passou a se ocupar, assim, de fenómenos, e não mais da própria coisa, como pretendiam os metafísicos clássicos. Com a crítica kantiana, tornou-se impossível conhecer efetivamente os temas da Metafísica clássica e emitir qualquer opinião segura sobre assuntos que não podem ser assentados na experiência. Podemos pensar sobre Deus, podemos querer que nossa a seja imortal, mas jamais teremos a possibilidade de verificar esses assuntos em nossa experiência ou mesmo ter sobre eles verdadeiro conhecimento. Nada nos impede de acreditar em Deus ou na imortalidade da alma, porém não podemos exigir que a Filosofia se pronuncie a respeito desses temas. Na verdade, a crítica kantiana não diz que Deus existe nem que não existe, mas apenas que não é capaz de saben Deus, não obstante sua importância para a Filosofia do próprio Kant, é uma questão de fé. AUGUSTE COMTE E A METAFÍSICA NO SÉCULO XIX O filósofo francês Auguste Comte (1798-1857), considerado o pai do positivismo, fundamenta sua filosofia também em oposição às concepções metafísicas. Em seu entendimento, a busca por princípios gerais ou essências, entidades que estão além do que podemos observar ou perceber pelos órgãos dos sentidos, é algo infrutífero. Comte explana: "[...] não é supérfluo assinalar agora, de modo direto, a preponderância contínua da observação sobre a imaginação, como o principal caráter lógico da sã filosofia moderna, dirigindo nossas pesquisas, não para causas essenciais, mas para leis efetivas, dos diversos fenômenos naturais. Sem ser doravante imediatamente contestado, permanece este princípio fundamental muitas vezes desconhecido nos trabalhos especiais. Embora as diferentes ordens de especulações concedam, sem dúvida, à imaginação uma alta participação, isto é, constan temente empregada para criar ou aperfeiçoar os meios da vinculação entre os fatos constatados, mas o ponto de partida e a sua direçào não lhe poderiam pertencer em nenhum caso. Ainda quando procedemos verdadeiramente a priori, é claro que as considerações gerais que nos guiam foram inicialmente fundadas, quer na ciência correspondente, quer em outra, na simples observação, única fonte de sua realidade e também de sua fecundidade. Ver para prever: tal é o caráter permanente da verdadeira ciência. Tudo prever sem ter nada visto constitui somente uma absurda utopia metafísica, ainda muito seguida." (COMTE, 1978). A observação é considerada a única fonte de realidade. Abandonando a observação e apoiando-se única e exclusivamente na imaginação, como seria característico das especulaçôes metafísicas, o pensamento pode levar não para o conhecimento das coisas, mas para a fantasia. A ciência, então, deve ter como base as coisas que podem ser observadas. Todas as especulações e as teorias científicas, em última instância, devem ter como fundamento a realidade observável. LUDWIG WITTGENSTEIN E A METAFÍSICA CONTEMPORÂNEA O filósofo austríaco Ludwig Wittgenstein (1889-1951) também se opõe às afirmações metafísicas por considerar que estas tratam de problemas (ou pseudoproblemas) que não podem ser formulados claramente e, portanto, não podem ser respondidos. “O método correto da filosofia seria o seguinte: só dizer o que pode ser dito, ou seja, as proposições das ciências naturais [...] e depois, quando alguém quisesse dizer algo metafísico, mostrar-lhe que nas suas proposições existem sinais aos quais não foi dada uma denotação.” (WITTGENSTEIN, 1995). Quer dizer, as sentenças ou os termos metafísicos se referem a coisas, objetos ou seres enigmáticos ou misteriosos, que não podem ser tratados com clareza, isto é, não se sabe exatamente o que são, o que impossibilitaria a formulação de problemas e soluções reais. "Deus", "alma" ou "vida após a morte", por exemplo, são termos que se referem especificamente a quê? Os "problemas" metafísicos estariam no campo do mistério e não no da investigação racional. Por isso, como afirma Wittgenstein, "acerca daquilo de que se não pode falar, tem que se ficar em silêncio". CONCLUSÃO (ÕES) Ora, a Metafísica na Grécia antiga foi imprescindível para o entendimento dos mais variados dilemas do mundo antigo, sejam perguntas simples, ou complexas. Iniciada como um sistema filosófico platônico, passando a ser filosofia primeira em Aristóteles, a metafísica incorporou elementos teológicos, psicológicos e cosmológicos durante o mundo antigo, e ainda mais durante o período medieval e a hegemônica Igreja Católica. No mundo moderno e embasado pelo “Luz da razão”, a metafísica começa a ser refutada pelos pensadores da época em questão, dentre eles o célebre cético Hume, e o emblemático Kant, além de Descartes e seus cartesianistas. Kant e seu criticismo incorporaram à Metafísica uma nova interpretação, esta que fez a mesma entrar em declínio e sair da centralidade do mundo filosófico. Kant, graças às indagações e refutações de Hume, pôde acordar do célebre “sono dogmático”. O que fez Kant se importa com a Metafísica. Kant trouxe à luz o fim da Metafísica clássica e deu legado ao início da metafísica contemporânea alcunhada de Ontologia. No decorrer da história da filosofia, a Metafísica teve intensa ascenção e vertiginosos declives, sendo seu maior declive o crítico Kant. Por fim, muitos filósofos se apropriaram de ser heterodoxos e enfrentaram de frente o mundo metafísica e a base do catolicismo sobre a realidade. Posta realidade que hoje, com o legado de Kant, da fenomenologia de Husserl, etc., originaram a nova escola filosófica chamada de Ontologia. -/- REFERÊNCIAS BIBLIOGRÁFICAS ABBAGNANO, N. Dicionário de filosofia. 5ª. ed. Trad. Ivone Castillo Benedetti. São Paulo: Martins Fontes, 2007. ARANHA, M. L. de A.; MARTINS, M. H. P. Filosofando: introdução à filosofia. 5ª. ed. São Paulo: Moderna, 2013. ARISTÓTELES. Metafísica. Trad. L. Vallandro. Porto Alegre: Globo, 1969. BELO, R. dos S. Filosofia. Vol. Único. 2ª. ed. São Paulo: FTD, 2016. (Coleção Filosofia). BENOIT, L. O. Augusto Comte: fundador da física social. 1ª. ed. São Paulo: Moderna, 2002. CHAUÍ, M. Iniciação à Filosofia. 1ª. ed. São Paulo: Ática, 2010. COMTE, A. Curso de filosofia positiva. In: FERNANDES, F.; FILHO, E. de M. Comte: sociologia. São Paulo: Ática, 1978. (Coleção Grandes Cientistas Sociais). COTRIM, G.; FERNANDES, M. Fundamentos de filosofia. 2ª. ed. São Paulo: Saraiva, 2013. FERREIRO, H. Siete ensayos sobre la muerte de la Metafísica: Una introducción al idealismo absoluto a partir de la ontología. 1ª. ed. Porto Alegre: Editora Fi, 2016. FIGUEIREDO, V. de. (Org.); et. al. Filosofia: Temas e Percursos. Vol. Único. 2ª. ed. São Paulo: Berlendis & Vertecchia, 2016. FILHO, J. S. Filosofia e filosofias: existência e sentidos. 1ª. ed. Belo Horizonte: Autêntica, 2016. HUME, D. Investigações sobre o entendimento humano e sobre os principios da moral. São Paulo: Unesp, 2004. ________. Tratado da natureza humana: uma tentativa de introduzir o método experimental de raciocínio nos assuntos morais. São Paulo: Unesp, 2001. JAPIASSÚ, H.; MARCONDES, D. Dicionário básico de filosofia. 3ª. ed. Rio de Janeiro: Zahar, 2001. KANT, I. Crítica da razão prática. Lisboa: Edições 70, 1989. [Textos filosóficos]. ______. Crítica da razão pura. São Paulo: Abril Cultural, 1979. (Col. Os Pensadores). MARIAS, J. História da filosofia. 2ª. ed. Trad. Claudia Berliner. São Paulo: Martins Fontes, 2015. MELANI, R. Diálogo: primeiros estudos em filosofia. Vol. Único. 2ª. ed. São Paulo: Moderna, 2016. OTERO, J. G. Compendio de filosofía: para uso de los jóvenes estudiosos. 1ª. ed. Bogotá: Imprensa de San Bernardo, 1919. SILVA, F. L. e. Descartes, a metafísica da modernidade. 1ª. ed. São Paulo: Moderna, 2006. WITTGENSTEIN, L. Tratado lógico-filosófico. 2ª. ed. Lisboa: Fundação Calouste Gulbenkian, 1995. -/- Emanuel Isaque Cordeiro da Silva – estudante, pesquisador, professor, agropecuarista, altruísta e defensor dos direitos humanos e dos animais. -/- Alana Thaís Mayza da Silva – estudante, potterhead, pesquisadora, projetista, musicista, filantropa, defensora dos direitos humanos e dos animais, LGBT. (shrink)
Commentary on Aristotle's Metaphysics Lambda. It accompanies the translation of Aristotle's Metaphysics Lambda into Portuguese in the same volume of the journal.
In un articolo comparso sul Wall Street Journal del 13 novembre 2oi:n viene descritto il modo in cui i computer potrebbero essere utilizzati al fine di allertare i responsabili della salute pubblica in relazione ad eventuali problemi provocati dal bioterrorismo. L'autore nota come gli attacchi biologici sarebbero probabilmente contraddistinti da picchi statistici negli acquisti senza ricetta medica di rimedi per specifici disturbi di tipo comune e come i dati che riguardano tali acquisti possano essere resi disponibili immediatamente grazie agli inventari (...) computerizzati dei rivenditori. (shrink)
Although St. Albert the Great is known for his assimilation of Aristotle’s thought, he holds Plato in high regard. Yet Aristotle largely guides Albert’s understanding of Plato and Aristotelian criticism against him is repeated along Albert’s work. The objections raised in the first book of the Metaphysics are especially recurrent. Therefore to study Albert’s commentary on such objections in some detail, as we do in these pages, has considerable interest. Criticism against Plato focuses on his conception of the universal and (...) the separation of ideas. Moreover, Albert assimilates several platonic doctrines because, like many other Christian authors, he sees in the Timaeus a metaphysical approach, which is susceptible to be combined with his faith. Albert also believes to find a substantial agreement between the views of Plato and Aristotle at various points, including the question of form, despite differences in their expositions. (shrink)
Le parole “metafisica” e “ontologia” si dicono in molti modi diversi nella filosofia del XX secolo, tanto all’interno della filosofia analitica quanto altrove. Sono spesso usate per parlare della teoria o dell’analisi di ciò che c’è, delle specie principali di ciò che c’è e dei loro rapporti. Ma i positivisti viennesi, per esempio, chiamavano “metafisiche” le filosofie che non amavano (Carnap, 1985; Campbell, 1976, cap. 2); e se Quine parla dell’impegno ontologico o ontico di una teoria, non intende con (...) ciò un qualsivoglia impegno metafisico o esistenziale. (shrink)
Tradução para o português do verbete de John Cottingham sobre a metafísica de Descartes, publicado in: "A Companion to Metaphysics", ed. Kim, Sosa e Rosenkranz (Oxford: Wiley-Blackwell, 2009) .
The paper compares the ideas developed by Bozzi and Stumpf with regard to unity, identity, and causality. Although Bozzi’s formulation is independent from the one made by Stumpf in his Erkenntnislehre, these two positions share the same innovative importance granted to perceptual experience and to the problem of the origin of categories. Thus, despite different levels of awareness and formalization, in both authors we see the features of what we can call – analogous- ly to Bozzi’s naïve physics – a (...) “naïve metaphysics”, at whose core lie the refusal of intellectualism, and the determination of the origin of categories in the concrete stream of perception. (shrink)
Since Hume, there has been broad consensus that if the notion of the good has any intelligible foundation, it is not “ontological”, in the natures of things. Today however this view is being challenged. After a sketch of the positions of Kant and Hume, and a glance at some of the recent challenges, the paper examines a key element in Thomas Aquinas’s ontol- ogy of the good: the notion of nal causality. For Thomas nal causality presupposes formal and e cient (...) causality. Hume’s denial of the intelligibility of the good, it is su ested, presup- poses his denial of that of these other causes. (shrink)
The aim of this essay is to provide an overview of New Realism in its opposition and reaction to Postmodernism. An analysis of the implications of both philosophical approaches in diverse fields will be offered, from epistemology, to politics, to ethics. Ethical new realism is presented as particularly promising and important to the future of philosophy.
O presente texto tem como objetivo pensar a ação política interrogando sobre a sua relação com o Estado. Parte de uma problematização sobre a política a partir da experiência do cotidiano afirma a importância da abordagem filosófica do problema e se situa como um pensar em sintonia com grupos que fazem oposição às perspectivas neoliberais que submetem a política ao econômico. Discute algumas ideias de John Holloway e Alain Badiou sobre ação política em composição com formulações relativas ao Estado e (...) a ação política como o anarquismo e Robert Nozick. Por fim, propõe ainda uma perspectiva de se pensar a ação política resgatando algumas proposições de Foucault e Deleuze. (shrink)
El artículo comienza destacando cómo la filosofía y la religión han procurado desbordar la contingencia y la finitud de la vida individual tratando de engullir a la muerte en la noche una y universal de la nada mediante el pensamiento del Todo (Franz Rosenzweig). Hegel simboliza el relevo más sobresaliente en esta dilatada carrera de la filosofía como fuga mortis. Nuestra época se presenta, en cambio, como el período histórico que ha preferido vivir el miedo antes que evanescerse en nada. (...) La idea central que defiende este trabajo es la conexión, aparentemente inconciliable, entre muerte y metafísica. Analizar dicha unidad y sus implicaciones para la realidad sustantiva humana en el núcleo mismo de la filosofía de Zubiri constituye el objetivo principal de este artículo. PALABRAS CLAVE Zubiri, Heidegger, Scheler, Levinas, muerte, metafísica, fenomenología. ABSTRACT The article starts by emphasizing how philosophy and religion have tried to exceed the contingency and the finitud of the individual life trying to devour the death in the night one and universally of nothing ness by means of the thought completely (Franz Rosenzweig). Hegel symbolizes the most brilliant relief in this extensive race of the philosophy as fuga mortis. Our time appears, on the other hand, as the historical period that has preferred living through the fear before dissappearing in to nothing ness. The main idea that defends this work is the connection, seemingly irreconcilably, between death and metaphysics. To analyze this mentioned unit and its implications for the substantival human reality in the core itself of Zubiri's philosophy constitutes the principal aim of this article. KEY WORDS Zubiri, Heidegger, Scheler, Levinas, death, metaphysics, phenomenology. (shrink)
La rivoluzionarietà della speculazione bruniana si esercita nei confronti della tradizione di alcuni testi aristotelici fondamentali nella trasmissione del pensiero e della civiltà occidentale. In modo principale essa attacca e demolisce i capisaldi della "Metafisica" di Aristotele, per poter cominciare ad affermare - o, se si vuole, a riaffermare - il principio dell'infinito creativo e doppiamente dialettico. Il breve saggio segue la formulazione e lo sviluppo progressivo del testo aristotelico attraverso la critica esposta dalla riflessione bruniana. Alla fine viene (...) presentata una breve bibliografia bruniana. (shrink)
Sendo a fenomenologia um modo não-especulativo de pensar, o artigo põe a questão sobre a possibilidade de descrever a metafísica em regime de redução fenomenológica, ou seja, a partir de uma atitude que não pretende discursar sobre o ser enquanto ser, mas sim a partir dos diferentes “modos de aparecer” dos principais “objetos” da metafísica: alma, mundo e Deus. Neste caso, que sentido deverá possuir, para o modo fenomenológico de pensar, o metá, presente na palavra metafísica?
Based on the notion of proem as exposed in Aristotle’s Rhetoric, we examine in detail Metaph. A1. Our goal is to understand the argument contained in this chapter, as we also endeavour to show how the Stagirite introduces with uttermost caution the theme of wisdom [σοφία], that which is the incarnation of the preeminent science in the first book of the Metaphysics. The attention we devote to the proem of this work is explained by the importance we attribute, unlike much (...) of contemporary scholars, to σοφία, that is, the science of first causes and principles, which we consider to be, ultimately, the pivotal formulation of the supreme science in the Metaphysics. (shrink)
In these pages the author intends to examine the idea, quite widespread among Aristotle’s recent scholars, that the method of metaphysics were mainly dialectical. This problem is investigated in Aquinas, who decidedly denies that metaphysics uses dialectics because it just provides probability. Metaphysics, unlike dialectics, is not only based on the being of reason but also on the natural being. Therefore, it does not simply constitute a rational game about quiddities, but it studies things in their real actuality and must (...) therefore be supported by evidence. Although Aquinas agrees with Aristotle in affirming that not every science enjoys the same certainty, this fact is due to different reasons. First, all things do not possess the same stability and constancy. Secondly, there is not always a perfect match between the studied matter and the human faculty to ascertain. This match between the object and the subject is the most decisive factor for the certainty of sciences. (shrink)
El artículo presenta la obra principal del pensamiento kantiano como una propedéutica de la metafísica, es decir, como una disquisición previa y metódica que procura sentar las bases para la construcción de un sistema metafísico. Por ello, se indica en principio la evolución del concepto de metafísica. Posteriormente, se contextualiza la situación difícil que vivía esta disciplina en la época del filósofo. Luego, se aborda el proyecto de su filosofía trascendental. Por último, se menciona la polémica sobre las interpretaciones más (...) relevantes de la Crítica de la razón pura en el siglo XX. (shrink)
Este ensaio consiste num exame crítico da estrutura e do valor de um conjunto diverso de argumentos por regressão ao infinito que têm sido objecto de discussão recorrente na metafísica contemporânea. O seminal livro de David Armstrong Nominalism and Realism (Armstrong 1978) contém uma das mais compreensivas discussões de argumentos regressivos em metafísica, os quais variam entre argumentos que foram de facto avançados ao longo da história da disciplina (como o Argumento do Terceiro Homem, de Platão) e argumentos construídos de (...) novo por Armstrong para fins de exame crítico. Os argumentos regressivos discutidos por Armstrong têm como alvo uma grande variedade de teorias metafísicas acerca da semelhança e da predicação, entre as quais se contam o nominalismo de predicados, o nominalismo de conceitos, o nominalismo de classes, o nominalismo de semelhança e o realismo metafísico. (shrink)
Atas do III Colóquio Internacional de Metafísica. [ISBN 978-85-7273-730-2]. Sumário: 1. Prazer, desejo e amor-paixão no texto de Lucrécio, por Antonio Júlio Garcia Freire; 2. Anaximandro: física, metafísica e direito, por Celso Martins Azar Filho; 3. Carta a Guimarães Rosa, por Cícero Cunha Bezerra; 4. Ante ens, non ens: La primacía de La negación em El neoplatonismo medievel, por Claudia D’Amico; 5. Metafísica e neoplatonismo, por David G. Santos; 6. Movimento e tempo no pensamento de Epicuro, por Everton da Silva (...) Rocha; 7. Críticas e elogios de Nietzche a Sócrates, por Fernanda Bulhões; 8. Sobre a Metafísica ou a respeito do jejum, por Gilvan Fogel; 9. A origem estética da ontologia hermenêutica de Luigi Pareyson, por Íris Fátima da Silva; 10. A Natureza da filosofia de Hume, por Jaimir Conte; 11. Logique ET métaphysique, por Jean-Baptiste Jainet; 12. Blaise Pascal: da recusa da metafísica da raison à metafísica do « estudo do homem », por João Emiliano Fotaleza de Aquino; 13. O niilismo no prólogo de Assim Falou Zaratustra. Por José Elielton de Sousa; 14. Presencia;Ausência: de Plotino a Procolo, por José Maria Zamora; 15. A natureza do Eros platônico, por Jovelina Maria Ramos de Souza; 16. Breve comentário acerca da origem da Gelassenheit de Heidegger a partir da mística de mestre Eckkart, por Luiz Fernando Fontes-Teixeira; 17. Humanismo e domesticação em Regras para o parque humano, por Luiz Roberto Alves dos Santos; 18. Contra a teoria de dois mundos na filosofia de Platão (República V 476e-478e), por Marcelo Pimenta Marques; 19. Sensações, impressões, projeções: as afecções do pensamento, por Markus Figueira da Silva; 20. Contribuições à história de uma metáfora: Heidegger e Nicolau de Cusa, por Oscar Federico Bauchwitz; 21. Uma impossibilidade ontológica em Schopenhauer, por Paulo César Oliveira Vasconcelos; 22. Ser e fenômeno: a Fenomenologia como teoria estética da ciência, por Pedro Paulo Coroa; 23. Para que serve a Metafísica de Aristóteles? O exemplo do movimento animal, por Pierre-marie Morel; 24. Contribuições para uma ontologia digital, por Rafael Capurro; 25. O que é o fim da metafísica, por Rodrigo Ribeiro Alves Neto; 26. A Physis na conformação do logos: linguagem e pensamento no corpus epicúreo, por Rodrigo Vidal do Nascimento; 27. O acontecimento de mundo na era da informação, por Soraya Guimarães da Silva; 28. Apofaticismo e abstração em Mark Rothko, por Vanessa Alves de Lacerda Santos. -/- . (shrink)
O projeto de crítica das categorias éticas e políticas ¿ estéticas e jurídicas ¿ fundamentais do Ocidente tendo em vista a sua operatividade, o modo como estruturam a composição do tempo presente, segundo o tem perseguido Giorgio Agamben, desde antes, porém, de Homo sacer (1995-2015), seu mais vasto projeto filosófico, articula-se a partir do lugar de uma crítica à fundamentação da linguagem (e do ser) na negatividade. Tal é a proposta analítica que conduz as investigações deste trabalho. Se o diagnóstico (...) acerca do destino niilista da cultura ocidental sustém-se, na ótica agambeniana, o vir à luz do vazio e do nada não mais seria do que a exposição do próprio fundamento negativo das experiências de pensamento que se conceberam como metafísica. No tocante à experiência que ela realiza, como filosofia, com a linguagem, evidencia-se, no plano do lugar do seu fundamento, a negatividade do silêncio, o qual seria operacionalizado a partir de um comutador articulatório denominado Voz, comissura da dúplice estrutura da experiência com a palavra entre mostrar e dizer. A partir, portanto, de uma topologia da negatividade, o plano da própria fundamentação metafísica pode ser investigado com relação ao seu indizível fundamento, ao inefável como o seu limite. Nesse sentido, entendemos que uma tentativa de elucidação do pensamento filosófico de Giorgio Agamben passa pelo questionamento da experiência que toma a linguagem a partir de bases negativas, compondo a metafísica como a entende Agamben, e pela compreensão do seu efetivo fundamento ¿ o problema do experimentum linguae como tal, a existência e a maravilha da linguagem, ao qual se confronta o exílio representativo da postulada necessidade humana de falar (o lógos como condição do humano). O que significa, por conseguinte, que o homem, por ser aquele capaz de linguagem, seja também aquele capaz de política, de vida em comum? Se a linguagem aparece como insígnia da nossa antropogênese - portanto, do humano e da ética , qual o fundamento da linguagem, com base no qual se a concebe como lugar dessa operação, bem como da experiência a partir da negatividade - da subtração, da falta, da finitude - que travamos com ela? Essas questões permitem-nos sintetizar o caminho do pensamento agambeniano diante da experiência metafísica com a palavra como aprisionamento à representação e ao lógos, além de vislumbrar possíveis resultados dessa crítica para o seu próprio pensamento sobre a linguagem e a ética, momento fundamental da construção de sua filosofia. (shrink)
Tomás de Aquino diferencia como dos principios metafísicos diferentes la suma de de-terminaciones que especifican como tal a un ente y el hecho de que dicho ente efecti-vamente exista en la realidad. Ahora bien, al definirse como lo otro de la esencia el ser tiende a devenir él mismo una especie de esencia que requiere, al igual que la esencia propiamente dicha, ser puesto a su vez en la existencia. Este corolario fue derivado de la tesis de la distinción real (...) ya en tiempos del propio Tomás por pensadores como Egidio Romano y recogido luego a lo largo de la Edad Media hasta los tiempos de Francisco Suárez. El neotomismo del siglo XX intentó eludir ese corolario echando mano del ar-gumento de la causalidad recíproca entre el ser y la esencia: el ser pondría a la esencia en la existencia y con el ser así recibido la esencia limitaría correlativamente al ser. No obstante, la distinción real del ser y la esencia parecería no poder evitar que el ser se convierta como tal en un ente sui generis que consecuentemente reproduce en su propio interior la estructura doble de esencia y ser. El presente trabajo tiene por objeto analizar en detalle las dificultades que plantea la tesis de la causalidad recíproca para fundamen-tar la tesis de la limitación del ser por la esencia. (shrink)
[ES] En este trabajo propedéutico, a través de los propios textos de Kant, intentaré ofrecer una descripción equilibrada y una reconstrucción sucinta de los argumentos que ofrece Kant acerca de la posibilidad e imposibilidad de la metafísica. En primer lugar presentaré algunas críticas a la metafísica, luego visualizaré la noción kantiana de metafísica, así como sus razones y momentos constitutivos; y finalmente, analizaré que tipo de conocimiento es la metafísica y las características y naturaleza de esta para que sea viable (...) dicha «ciencia». Para realizar este cometido, asumiré la hipótesis de que la metafísica para Kant, en correspondencia con la resolucion de la tercera cuestion del conocimiento, es una ciencia que integra razón práctica y teórica en un sistema universal que busca la transcendencia. Si la metafísica tiene alguna posibilidad, ésta probablemente sería la vía. [EN] In this propaedeutic work, through Kant’s own texts, I will try to offer a balanced description and a succinct reconstruction of Kant’s arguments about the possibility and impossibility of Metaphysics. In the first place I will present some criticisms of Metaphysics, then I will visualize the Kantian notion of Metaphysics, as well as its constitutive reasons and moments; and finally, I will analyze what kind of knowledge is Metaphysics and the characteristics and nature of it, so that this «science» is viable. In order to carry out this task, I will assume the hypothesis that Kant’s Metaphysics, in correspondence with the resolution of the third question of knowledge, is a science that integrates practical and theoretical reason into a universal system that seeks transcendence. If Metaphysics has any chance, this would probably be the way. (shrink)
This article is intended to examine the structure and scope of the argumentation drawn in Metaphysics Γ 4, 1006a18-b34. As we shall see, though this passage does not bring a complete proof of the Principle of Non-Contradiction, it corresponds to its first step, which consists in determining the conditions of meaning necessary for discourse. That passage encloses in nuce the reasons which underlie Aristotelian conviction con- cerning the conventional nature of names and also brings to light the way this conven- (...) tional nature of names must be understood according to Aristotle. (shrink)
The particular subject of this article is the very first sentence of Aristotle’s Metaphysics book Lambda: what does it really mean? I would stick to the most generous sense: (Aristotelian) theoria is about substance. Indeed, it has been often held that Lambda ignores the so-called focal meaning, and shows a remarkably rough stage of Aristotle’s conception of prime philosophy. By contrast, in this light, the very incipit of Lambda appears to testify Aristotle’s concern in an ontological foundation of theoretical wisdom (...) as such, which Lambda shares with the Metaphysics “central books”, Zeta in particular, in a not less coherent and possibly more advanced form. (shrink)
Create an account to enable off-campus access through your institution's proxy server.
Monitor this page
Be alerted of all new items appearing on this page. Choose how you want to monitor it:
Email
RSS feed
About us
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.